Dolci inganni è un film del 1960 diretto da Alberto Lattuada, con Catherine Spaak, Christian Marquand, Jean Sorel, Milly. Lattuada cercò di cavalcare l’onda del successo del romanzo Lolita, incentrando il film sul medesimo tema, dichiarando però che il suo lavoro voleva avere ben più ampio respiro anziché occuparsi di una questione di cocente attualità. Nella stesura del soggetto consultò numerosi psicologi, medici, insegnanti, religiosi e persino dirigenti del centro prematrimoniale di Milano, i quali approvarono il contenuto del suo film. A causa del tema di natura sessuale il film venne pesantemente modificato dalle direttive censorie. La censura, accusando il film di “prendere le mosse del lolitismo oggi imperante“, “un concentrato di situazioni riprovevoli e assolutamente inaccettabili” e “un film degradante, che non fa certo onore al cinema italiano, e che lascia lo spettatore nauseato e disgustato” ordinò subito la modifica di 14 dialoghi. Con tali modifiche, il film esce nelle sale nazionali l’11 ottobre 1960 col divieto ai minori di 16 anni.
«Erano sensazioni che si afferravano nell’aria, turbamenti che percepivo nelle giovani donne che vedevo uscire dalle scuole, ancora infagottate in quegli abiti che ormai non riuscivano più a contenere i corpi. […] [Catherine Spaak] l’avevo vista la prima volta a otto anni nella villa del padre del quale ero amico. Venne in giardino, in tutù e fece una danza per noi. Dissi al padre: “Le voglio far fare un film”. E lui: “È ancora troppo piccola”. Passò qualche anno, la rividi mentre prendeva lezioni di pianoforte e tornai alla carica, ma il padre mi fece aspettare ancora. Quando compì 15 anni rinnovai la richiesta e lui mi disse: “Va bene, io te la consegno ancora vergine, tu me la devi restituire com’era.» (Alberto Lattuada su l’Unità del 20 agosto 1994).
Sinossi
Francesca, che ha diciassette anni, è innamorata di Enrico, un architetto che ha vent’anni più di lei. A scuola la ragazzina parla con le sue amiche delle esperienze vissute con Enrico. Uscita da scuola, Francesca accompagna la signora Margherita a fare compere e incontra un ragazzo, presentato come amico intimo della famiglia (in realtà un gigolò), che la porta nella villa patrizia di una principessa, la quale “usa” il ragazzo nel tempo libero. Giunta la sera, l’adolescente sente il bisogno di rivedere Enrico, così lo raggiunge sul posto di lavoro. Pian piano, però, Francesca si rende conto di essersi sbagliata sul suo conto.
I fidanzati è un film del 1963 scritto e diretto da Ermanno Olmi, con Anna Canzi e Carlo Cabrini. È stato presentato in concorso al 16º Festival di Cannes, dove vinse il Premio OCIC. Uno degli esiti più convincenti nell’opera di Olmi, che su uno spunto esilissimo costruisce un’indagine psicologica di profonda e accurata esattezza, dipingendo anche un quadro d’ambiente acuto e pertinente: il boom, il Nord e il Sud, tutti raccontati in una costruzione complessa e senza stereotipi. Eccellenti gli attori non professionisti. Un’opera ispirata al dramma dell’emigrazione (una volta tanto, dal nord al sud del paese) che vive, con pari intensità, su due livelli. Il primo è quello, strettamente individuale, di una storia di separazione e sradicamento, che parla di uomini soli. Ermanno Olmi sa centrare in pieno il sapore sottilmente angosciante e blandamente eccitante delle trasferte di lavoro in luoghi sconosciuti: la lontananza crea un’estraneità in cui il senso del nuovo e del “diverso da casa” domina ogni istante della vita. Il secondo livello è quello della relazione amorosa tra i due protagonisti. Riuscitissima è l’analisi del distacco come trauma affettivo da elaborare, come banco di prova per la solidità di un rapporto e come occasione di maturazione del sentimento.
Sinossi
Giovanni, un operaio milanese, è mandato a lavorare in Sicilia dalla sua azienda. Ciò comporta incontro fra abitudini diverse, mutamento di prospettive, piccoli e grandi traumi emotivi. Alla base della vicenda c’è il vacillare e poi il ricomporsi del rapporto fra Giovanni e la fidanzata Liliana, rimasta a Milano. Tutto ciò è raccontato con sensibilità e delicatezza attraverso immagini capaci di scavare nei sentimenti e nelle emozioni.