Film da Vedere

Parla con lei di Pedro Almodóvar

Pedro Almodóvar parla con i suoi personaggi con più ragione senza dimenticare il sentimento, confinando in un angolo l’orgoglio e depennando il pregiudizio. Parla con lei è uno dei vertici del regista, forse il suo melodramma più estremo, profondo e disperato. Premio Oscar per la sceneggiatura e Golden Globe per il miglior film

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Parla con lei, un film del 2002 scritto e diretto da Pedro Almodóvar, con Javier Cámara, Dario Grandinetti, Leonor Watling, Geraldine Chaplin, Pina Bausch. Il film ha vinto un Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale (Pedro Almodóvar), un Golden Globe per il miglior film straniero, cinque European Film Awards e due British Academy Film Award (miglior film, miglior sceneggiatura). Il cameo più evidente del film è l’interpretazione di Caetano Veloso di Cucurrucucú paloma. La scena è stata girata nella villa di Pedro Almodóvar, con le comparse formate dagli amici del regista. Altro spazio alla musica, fuori dalla colonna sonora di Alberto Iglesias, lo dà a Antônio Carlos Jobim con Por Toda Minha Vida e al maestro Henry Purcell con l’Aria O Let Me Weep, For Ever Weep dall’opera The Fairy Queen.

Sinossi
Strani scherzi del destino. Marco e Benigno, due spettatori della pièce teatrale Café Muller si sfiorano con gli occhi, coinvolti nella stessa commozione. Si ritrovano qualche mese dopo nella clinica dove Benigno lavora come infermiere. Marco è lì per accudire la fidanzata in coma.

Dopo avere scandagliato il multiforme universo femminile e avergli dato voce, questa volta Pedro Almodóvar si dedica all’ascolto del maschio e firma, forse, un irripetibile capolavoro. Parla con lei è una delle più grandi dichiarazioni del bisogno di amare, di dedicarsi a qualcuno o qualcosa che sta al di fuori di noi stessi, che se anche si manifesterà irraggiungibile dona il senso dell’esistere, del significato del vivere. Almodóvar controlla alla perfezione la messa in scena, calcola e misura tutte le possibilità espressive e fisiche dei suoi personaggi, e pur rimanendo nel terreno melodrammatico non semplifica il contenuto emotivo, ma esplora dettagliatamente sfumature  e comportamenti riscontrabili nella realtà quotidiana. Il film, che si apre riprendendo una coreografia di Pina Bausch che riassume simbolicamente in breve quello che la vicenda offrirà, si snoda attraverso la presenza di quattro personaggi maschili. La presenza femminile è puramente decorativa; il corpo delle donne molto diverse fra loro è il testimone contemplativo dello sforzo dell’uomo di uscire da sé e, finalmente, dare voce al cuore. Se nei suoi lavori precedenti la normalità era costruita sull’incontro di trasgressioni differenti, Parla con lei riconduce lo spettatore all’interno di un quadro riconoscibilissimo che necessita però della messa a nudo dell’elemento maschile, abbandonato e irrimediabilmente sedotto dalla forza interiore femminile. Almodóvar riprende i temi che gli stanno più a cuore, attraverso la trasformazione sociale evidenzia il percorso della scienza medica con i suoi codici etici, i nuovi dilemmi morali, la demarcazione individuale dentro i propri intimi confini ,entro i quali si alimentano la capacità di vivere, di amare, di soffrire, di come accettare l’idea di una fine, anche delle proprie passioni. Alla pari dei precedenti Carne tremula e Tutto su mia madre, anche Parla con lei appartiene a una fase in cui il cinema del regista spagnolo si avvicina alla forma classica e alla rappresentazione più omogenea, ma al suo interno cresce un estremismo emotivo ugualmente colorato e dirompente, come se la provocazione più grande fosse il ritrovamento o la spiegazione di una normalità perduta. Parla con lei è uno dei vertici del regista, forse il suo melodramma più estremo, profondo e disperato.

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