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Essere Leonardo Da Vinci – Un’intervista impossibile, un viaggio alla riscoperta del grande genio italiano

Attraverso i luoghi appartenuti a Leonardo, Essere Leonardo Da Vinci – Un’intervista impossibile di Massimiliano Finazzer Flory e Filippo Feel Cavalca ricostruisce il suo pensiero filosofico, filo conduttore della sua incommensurabile conoscenza della natura, dell’arte, della scienza e della vita in generale, e gli dà voce ispirandosi alle sue parole autentiche

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Anteprima al Cinema Farnese di Roma di Essere Leonardo Da Vinci – Un’intervista impossibile, progetto diretto e interpretato da Massimiliano Finazzer Flory, attore, drammaturgo e regista teatrale, e realizzato in collaborazione con Rai Cinema e con il Comitato Nazionale per le celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci, che vuole rendere omaggio al genio di Leonardo Da Vinci, di cui ricorrono i 500 anni dalla sua scomparsa, avvenuta il 2 Maggio. Si tratta di un film unico nel suo genere, dove set e opere d’arte sono autentici: dalla casa natale a Vinci, fino allo Château Royal d’Amboise e la dimora dove Leonardo è scomparso a Clos-Lucé e, ancora, a Vigevano le Scuderie, le Sotterranee, la Strada coperta, il Castello; a Milano, il San Sepolcro, la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, gli “Orti di Leonardo”, la Sacrestia del Bramante, il Castello Sforzesco, la Sala delle Asse, l’Archivio di Stato dove si trova un atto notarile che riporta l’unico l’autografo di Leonardo esistente al mondo. Infine, alle cascate dell’Acquafraggia, studiate dal Leonardo ingegnere idraulico e, naturalmente, Firenze, con la Basilica di Santa Maria Novella e l’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella, per mettere in scena il Leonardo botanico.

Attraverso questi luoghi, il film ricostruisce il pensiero filosofico di Leonardo Da Vinci, filo conduttore della sua incommensurabile conoscenza della natura, dell’arte, della scienza e della vita in generale, e gli dà voce ispirandosi alle sue parole autentiche, in lingua rinascimentale, che ci sono arrivate attraverso i suoi scritti. Due giornalisti, interpretati da Gianni Quillico e Jacopo Rampini, l’uno alla fine della sua carriera, l’altro all’inizio, inseguono Leonardo tra l’Italia e la Francia, non del tutto convinti della sua morte definitiva; in effetti, come spiega il regista durante la presentazione del film, Leonardo non è morto, è soltanto scomparso, il suo metodo d’indagine, la sua sete di conoscenza sono ancora tra noi. “In tutto il film sentiremo che lui è ancora tra noi, mentre giriamo il film seguendo le sue indicazioni, dalla camera a spalla all’uso dei droni.”

Durante l’intervista che i due giornalisti fanno ad Leonardo, ricreato grazie ad un trucco sapiente e attento ai dettagli, in un botta e risposta tra passato e presente, l’artista e scienziato mette in scena se stesso, come un attore, come fece al suo tempo, anticipando di parecchio William Shakespeare. L’intenzione del film, spiega il regista e anche interprete nel ruolo di protagonista, è la potenziale suggestione tra Leonardo e il cinema, fondata sul contrasto tra paura e desiderio: per Leonardo il cinema sarebbe stata un’esperienza filosofica, dove le ombre della conoscenza e la paura del buio si sarebbero schiarite grazie al desiderio di scoprire il mondo. È interessante come la ricerca e l’indagine che precedono e accompagnano la realizzazione di un film si intreccino casualmente con la realtà: è di qualche giorno fa la notizia che è stata ritrovata oltreoceano una ciocca di capelli di Leonardo Da Vinci, che servirà per controllare il Dna dei suoi discendenti. E questo avvalora lo spirito del film: Leonardo è ancora tra noi e ci resterà per parecchio tempo. Vincitore di importanti premi negli Stati Uniti, Essere Leonardo Da Vinci – Un’intervista impossibile si appresta ad essere distribuito in tutta Italia in un circuito di cinema d’essai (ecco la programmazione).

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