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Fahrenheit 451

“Johnny degli angeli”: il romanzo cinefilo di Athos Bigongiali

Da uno scabroso fatto di cronaca della Hollywood anni '50, scaturisce una narrazione concisa che scandaglia in modo allucinatorio l'intimità del protagonista, facendo emergere gradualmente il contesto.

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Recensire un romanzo breve e dallo stile personale su una rivista di cinema è forse fuori luogo? Evidentemente no! Soprattutto se lo scritto in questione ha proprio l’immaginario cinematografico tra i suoi ingredienti primari. Quello relativo alla Hollywood di qualche decennio fa, per l’esattezza, raffigurato qui tra gli effimeri bagliori dell’American Dream e le più perniciose zone d’ombra di tale sogno, sempre pronto a trasformarsi in un incubo.

Athos Bigongioli per il suo Johnny degli angeli – Un delirio hollywoodiano ha tratto ispirazione da un fatto di cronaca alquanto crudo, a tratti obliato e pronto però a riemergere con forza, nel corso degli anni, proprio in virtù della popolarità della star coinvolta e delle ovvie conseguenze a livello mediatico: trattasi della fascinosa Lana Turner, diva dai capelli biondo platino. Negli anni d’oro (come la chioma) della sua carriera, l’attrice americana seppe movimentare la cronaca mondana attraverso turbolente relazioni sentimentali con personaggi del calibro di Tyrone Power, Frank Sinatra e Howard Hughes; ma è l’esito drammatico della sua storia con Johnny Stompanato, italo-americano con fama di malavitoso del quale la star si era infatuata fino all’inverosimile, l’evento da cui rimase maggiormente segnata. Ecco la nuda cronaca: il 4 aprile 1958 nella ricca villa di Lana Turner a Los Angeles venne ritrovato il corpo senza vita dell’adorato Johnny, caduto vittima di una letale coltellata al ventre. Dopo l’ennesimo alterco con la celebre compagna, si disse. E per mano della figlia sedicenne dell’attrice, giunta in suo soccorso, si disse. Ma parecchi dubbi su come andarono realmente le cose permangono… e l’eco di questo sanguinoso episodio non si spense certo con facilità, a Hollywood e dintorni.

Liquidato rapidamente l’aspetto cronachistico, occorre dire che Johnny degli angeli ci ha incuriosito proprio per come dalla cronaca si distacca, sin dal linguaggio, riproponendo le ultime ore di vita dello sventurato bellimbusto italo-americano attraverso uno stile allucinatorio, rapsodico, ellittico, in cui confluiscono le sensazioni dolorose dell’agonia e le più disparate “impressioni” sedimentatesi nella sua memoria. In certi momenti, tanto vale ammetterlo, una simile scelta stilistica può anche lasciare confusi, spaesati. Ma c’è di buono che Athos Bigongioli, scrittore già attivo con Sellerio e sostenuto qui nella pubblicazione di un testo senz’altro coraggioso, fuori dagli schemi, da una piccola casa editrice pisana, MdS Editore, proprio a una possibile e non auspicabile banalizzazione dei fatti di cronaca ha saputo sottrarsi, puntando invece verso una diegesi caleidoscopica che dalle visioni stravolte del protagonista fa emergere realtà molto più sfaccettate. In filigrana compaiono così lo spettro onnipresente del Maccartismo, l’ambiente del gioco d’azzardo, i veleni della vecchia Hollywood e dell’annesso carrozzone mediatico, la peculiare condizione degli italiani immigrati in America. Il tutto a rendere una vicenda così cruda non semplice naufragio esistenziale, non soltanto questo, almeno, ma anche specchio di un clima culturale e di un assetto politico-sociale parimenti inquieti.

MdS – Cattive Strade
Athos Bigongiali
Johnny degli angeli – Un delirio hollywoodiano
Pagine 132
Anno di pubblicazione 2018
Prezzo di copertina 12.00 €

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