Il regno d’inverno – Winter Sleep di Nuri Bilge Ceylan, Palma d’Oro a Cannes
L’attore in pensione Aydin possiede un piccolo hotel nel centro dell’Anatolia che gestisce insieme alla giovane moglie Nihal, emotivamente distante, e a sua sorella Necla, ancora sofferente per il recente divorzio. Durante l’inverno, la neve copre la steppa e la noia fa riemergere il risentimento.
Il regno d’inverno – Winter Sleep, un film del 2014 diretto da Nuri Bilge Ceylan, liberamente ispirato al racconto Mia moglie di Anton Čechov. Il film ha vinto al Festival di Cannes 2014 dove si è aggiudicata la Palma d’oro per il miglior film. Con Haluk Bilginer, Melisa Sözen, Demet Akbag, Ayberk Pekcan, Serhat Mustafa Kiliç.
Sinossi L’attore in pensione Aydin possiede un piccolo hotel nel centro dell’Anatolia che gestisce insieme alla giovane moglie Nihal, emotivamente distante, e a sua sorella Necla, ancora sofferente per il recente divorzio. Durante l’inverno, la neve copre la steppa e la noia fa riemergere il risentimento.
La recensione di Taxi Drivers (Francesca Tiberi)
Aydin (Haluk Bilginer) è un attore che, dopo essersi ritirato dalle scene, gestisce un albergo in Cappadocia insieme alla giovane moglie Nihal(Melisa Sözen), con la quale ha un rapporto complicato e distante. Loro ospite è la sorella di Aydin, Necla (Demet Akbag), ancora sofferente per il suo recente divorzio. In questa magione sperduta nella steppa, che pian piano sparisce sotto una coltre di neve immacolata, lo spettatore assiste allo sviluppo delle relazioni fra i protagonisti. Diversa dal precedente C’era una volta in Anataolia, thriller particolare e appassionante, Grand Prix Speciale della Giuria di Cannes nel 2011, la nuova fatica – è proprio il caso di dirlo di fronte ai 196 minuti della durata – del regista turco Nuri Bilge Ceylan è un affresco immenso dei rapporti di coppia e famigliari, che attinge a piene mani dalla produzione di Anton Čechov. Del tutto teatrale nella scrittura e nella recitazione, decisamente pittorico nella fotografia, Il Regno d’Inverno si impone sul grande schermo come una lunga analisi che si svela con lo scorrere dei minuti, in un combattimento senza esclusione di colpi tra i protagonisti. A scatenare le reazioni è un fatto che sembra casuale: un bambino lancia un sasso contro il finestrino della macchina in cui viaggia Aydin. Si scopre poi che il bambino è il nipote dell’imam della zona, in ritardo con le rate dell’affitto che deve ad Aydin. Da qui avranno luogo una catena di eventi relazionali che sveleranno i caratteri dei protagonisti – principalmente di Aydin, Nihal e Necla -, mettendoli alla prova e forzando le loro resistenze. Nuri Bilge Ceylan costruisce attorno al protagonista Bilginer una figura meschina: ex attore, affianca alla gestione dell’albergo la professione giornalistica, mostrandosi attento a varie questioni sociali che non lo riguardano da vicino. La sorella Necla – personaggio intenso e dall’intelligenza brillante – gli fa notare, in uno stupendo quanto impegnativo duello verbale, che egli non è come vuole apparire e che forse è il caso che metta giù la maschera, dopo tante repliche. È nel rapporto con Nihal che vediamo la vera natura spietata di Aydin. In questo regno, il cui dominus indiscusso è Aydin, la neve sembra indicare il momento del letargo, certamente non neutrale, ma alla fine del quale tutti saranno cambiati. Palma d’Oro alla 67esima edizione del Festival di Cannes.