Dal 2015 01 Distribution e Rai Cinema hanno dato vita ad un progetto chiamato “Adotta un film”, per promuovere e supportare il lavoro di giovani cineasti italiani; per il quinto anno consecutivo è stato scelto Il Campione, opera prima di Leonardo D’Agostini.
Il Campione è sbarcato su RaiPlay. Vi basterà iscrivervi gratuitamente per guardarlo.
Il film racconta la storia di Christian Ferro (Andrea Carpenzano), giovane promessa dell’AS Roma. Dedito a una vita di eccessi e costretto dalla società a diplomarsi, con la speranza di dargli una maggiore disciplina e stabilità. Viene assunto ad assisterlo Valerio Fioretti (Stefano Accorsi), un professore di storia e filosofia apparentemente allo sbando ma di polso.
Alla domanda, sollevata nel corso della narrazione, se sia giusto o no assecondare gli eccessi di un grande ma immaturo talento, segue il ritratto, per lo più realistico anche se talvolta forzato, di una società come la nostra. Inebriata dal mito del calcio e dei calciatori, si spendono e spostano milioni di euro, si accendono gli istinti più disumani di coloro che si definiscono tifosi, ma poco o nulla hanno di chi ha davvero a cuore una propria squadra.
Il protagonista del film
Il romano D’Agostini (collaboratore anche al soggetto e alla sceneggiatura), affida la storia a un protagonista d’eccezione. CF24, come viene soprannominato Christian Ferro – con un esplicito rimando al CR7 di Cristiano Ronaldo – è un fuoriclasse. Uno di quei fenomeni come se ne vedono di rado in giro, istintivo, fisico, arrogante. Caratteristiche che il giovane esibisce anche fuori dal campo, con le persone che incontra per strada e che lo riconoscono come un modello da seguire.
Il Campione è un film che trascende il suo protagonista, per parlare della società che lo circonda.
Dietro la facciata del cattivo ragazzo, si nascondono un’insicurezza e una fragilità dovute a una grave perdita. Prigioniero della sindrome dell’abbandono, che lo costringe a vivere nel costante timore di rimanere solo, Christian si circonda di pseudo amici che non fanno altro che sfruttarlo per la sua fama e la sua ricchezza. Lo stesso manager si preoccupa solo del valore economico, per tornaconto personale.
Campione contro campione
In questo contesto si inserisce la figura di Valerio, l’unico che sembra prendere a cuore Christian. Inizialmente anche lui in termini di guadagno, ma rendendosi ben presto conto di quanta sofferenza gravi sulle spalle del giovane. Un disagio che lui comprende e condivide nel profondo. Nel rapporto tra i due emerge così tutta la carica emotiva del film, che sfrutta alla perfezione la chimica tra i due interpreti. Bravissimi nel dare voce, anima e corpo ai rispettivi personaggi: ciascuno impara dall’altro qualcosa di utile, di fondamentale. Nell’incontro tra i due, i ruoli spesso si scambiano, ma entrambi ritrovano l’uno nell’altro le figure mancanti ma imprescindibili per la loro personale crescita (e sopravvivenza).
Lo stile del film
La scrittura è agile e intrisa di ironia. In Il Campione si ride di gusto per gran parte della durata della visione. Vive comunque il potenziale drammatico della vicenda, talmente ancorato alla realtà e all’attualità da risultare a tratti disturbante.
Il lavoro sulla colonna sonora è una vera e propria opera d’arte, in grado di potenziare con la musica le immagini e le parole non dette. Nel complesso, a livello registico, siamo di fronte ad un autore capace e maturo, che sa cosa dire e come dirlo. Forse anche merito degli argomenti trattati, per cui ne risulta un film completo, divertente ed emozionante. Ultime (azzardate) postille sulle scelte del nome Cecilia (madre di Christian e moglie di Valerio) a dare l’idea di donna forte, dolce e appassionata, che indica il percorso da seguire – anche quando non fisicamente presente – e del libro che legge Valerio durante una delle sedute di studio, A ovest di Roma di John Fante, che tratta non a caso del tema padre-figlio e di una famiglia in disfacimento.