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Noi (Us): l’opera seconda di Jordan Peele è un film politico densissimo di significati

Noi (Us) di Jordan Peele non solo è uno dei più bei film di questa annata cinematografica, ma un’opera di confine densissima che segna uno spartiacque, piena com'è di simboli più o meno nascosti, che caricano ancora di più la sua portata emotiva e culturale

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Jordan Peele torna al cinema con Noi (Us).

Dopo il successo di Get Out arriva Noi di Jordan Peele

Nonostante le voci di chi dice che il cinema oggi sia morto, esistono (e resistono) ancora per fortuna quei registi che, anche dopo solo uno o due film, dimostrano di essere in possesso di quel tocco magico. Un tocco capace di renderli “autori”, di una visione così personale tale che la loro opera diventi subito “brand” e sia immediatamente riconoscibile. Ecco quindi Jordan Peele, che dopo il successo folgorante della sua opera di debutto, Get Out- Scappa, torna oggi con un film dove la componente simbolica è ancora più forte. E dove la carica politica non solo è preponderante ma suona addirittura quasi sfacciata e plateale: Noi (Us). Non solo uno dei più bei film di questa annata cinematografica, ma un’opera di confine densissima che segna uno spartiacque, piena com’è di simboli più o meno nascosti, che caricano ancora di più la sua portata emotiva e culturale.

Un commento su Noi di Jordan Peele

Noi (Us) basa la sua trama sul tema del doppelganger, declinandolo però non soltanto in maniera imprevista e originale, ma saldandolo con una spiegazione (pseudo) scientifica e mescolandone le fattezze con il genere dell’home invasion.

Ma chi ha visto Get Out sa che è tutto un pretesto. Come nelle più classiche situazioni l’orrore è la maschera che Peele adopera per portare alla luce inquietanti riflessioni dell’America più attuale in un film politico che ha già fatto la storia. Soprattutto per il coraggio, l’intelligenza e la forza dirompente con cui mette in fila le sue tesi. Il tutto in una narrazione che dissemina disinvoltamente indizi qua e là fin dalla prima immagine. Per poi farli dimenticare allo spettatore, distratto dal gran guignol messo in scena, e alla fine ricomporli in un presente da incubo, specchio riflesso degli Stati Uniti di Donald Trump, ma non solo.

Il doppio senso del titolo

È un peccato che nella traduzione (da Us a Noi) si perda, com’era anche prevedibile, quel formidabile doppio senso che parte fin dal titolo: “Cosa siete voi?”, chiede una terrificata Lupita Nyong’o al suo doppio malvagio, “Americani”, risponde lei. Perché questo gioco al massacro che Peele mette in piedi non è altro che un duello con noi stessi. In un gioco di precise rimandi e simmetrie che coreografano l’oscurità, lo sdoppiamento dei personaggi del film è quello di ognuno di noi.

Se in Get Out l’ambivalenza dei personaggi rimandava a una duplice faccia, qua il doppio si fa reale mostrando quanto gli angoli oscuri di noi stessi siano spaventosamente vicini. I doppelganger, senza voler rivelare troppo, sono – anche – la proiezione del rimosso che riemerge dal passato, e precisamente dal 1986, quando il 25 maggio quasi sette milioni di americani formarono un’enorme catena stringendosi la mano per supportare le organizzazioni benefiche facenti capo all’allora presidente Reagan, raccogliendo ben 35 milioni di dollari di cui solo 15 furono distribuiti.

Ma sono anche il nostro lato oscuro, quello che spingiamo giù per non vederlo, né farlo vedere, ma con il quale invece andrebbe instaurato un processo di normalizzazione/accettazione. Gli Altri siamo noi, sono Loro, sono i reietti, gli indesiderati, un’entità nella quale potersi specchiare che, in realtà, non differisce molto da noi, eppure è diversa, altra, e con la quale interagire ci fa diventare brutali e violenti.

Altre allegorie

Ma le allegorie non si esauriscono qui. Lungo il tragitto troviamo conigli (simboli delle cavie da laboratorio, ma anche echi del rabbit hole di Carroll). Ma anche forbici (strumenti che fondano la loro pericolosità su due parti perfettamente uguali e contrapposte), il numero 11.11 (riferito alla Bibbia, Geremia 11.11; ma anche alla duplice doppiezza).

Un percorso quasi ad ostacoli, che consente la massima interazione con un film che è un’opera aperta a mosaico. Percorso che conduce inesorabilmente a uno dei finali più disturbanti e spiazzanti degli ultimi tempi. Uno sguardo tra madre e figlio, un’improvvisa rivelazione (che sbeffeggia la logica ma riempie gli spazi lasciati vuoti) che d’improvviso fa brillare Noi (Us) ancora di più, rendendolo materia viva, dolorosamente e paurosamente vicina a noi. Con la consapevolezza finale che Loro siamo Noi.

GianLorenzo Franzì

  • Anno: 2019
  • Durata: 116'
  • Distribuzione: Universal Pictures
  • Genere: Horror, Thriller
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Jordan Peele
  • Data di uscita: 04-April-2019

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