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Il cinema di Sergio Sollima, il nuovo volume curato da Fabio Zanello

Fabio Zanello ha progettato il libro Il cinema di Sergio Sollima, edito da Profondo Rosso di Roma, circondandosi di una serie di esperti e studiosi che hanno affrontato per la prima volta in un lavoro organico ed esaustivo l’intero corpus sollimaniano

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Sergio Sollima è stato un autore le cui radici affondano nella cultura italiana degli anni Sessanta e Settanta, che ha attraversato il cinema di genere italiano, così fecondo in quegli anni, come il western, il poliziesco, il noir, l’avventura, dirigendo pellicole originali e con un gusto per la narrazione che s’ispirava alla narrativa nazionale e internazionale. Fabio Zanello ha progettato il libro Il cinema di Sergio Sollima, edito da Profondo Rosso di Roma, circondandosi di una serie di esperti e studiosi che hanno affrontato per la prima volta in un lavoro organico ed esaustivo l’intero corpus sollimaniano.

Zanello è partito proprio dal Sollima critico cinematografico, autore del testo teorico Il cinema in Usa del 1947, che mette in luce la sua capacità di analisi di una cinematografia che si affacciava nell’Italia devastata dalla guerra. L’autore parla di “critico con la macchina da presa” descrivendo un regista atipico per il nostro mondo e che lo avvicina a quella scuola fondativa dei Cahiers du Cinéma in cui passarono Éric Rohmer, Jacques Rivette, Jean-Luc Godard, Claude Chabrol e François Truffaut, che teorizzarono e studiarono il cinema prima di passare dietro la macchina da presa e continuare il discorso critico sotto altra forma.

Sollima inizia la sua carriera come sceneggiatore per tutti gli anni Cinquanta e i primi Sessanta, frequentando i generi più diversi e in voga nel cinema italiano: dall’epos greco-romano del peplum, ai drammi storici e avventurosi fino ai melodrammi e ai musicarelli (la traduzione italiana del musical americano con protagonisti cantanti popolari italiani). Il cineasta romano inizia la sua attività di regista con pellicole di spionaggio che sfruttavano il successo di un personaggio come James Bond, che esplodeva in quel periodo. Passa poi a girare tre film western – La resa dei conti (1966), Faccia a faccia (1968) e Corri uomo corri (1968) – entrando di diritto tra quel pugno di autori che hanno fatto grande la stagione italiana battezzata dal successo planetario di Per un pugno di dollari di Sergio Leone. Ma è con il poliziesco e il noir che Sollima dà il meglio di sé: Città violenta (1970) e Revolver (1973), produzioni di respiro internazionale, e dirigendo star del calibro di Charles Bronson e Oliver Reed. Sollima poi passa a una lunga stagione televisiva, rinnovando il medium con Sandokan che, trasmesso in sei episodi nel 1976, rivoluziona il modo di narrare le storie nella televisione italiana, precorritore della modernità del serial contemporaneo, curando la scenografia, la narrazione, la psicologia dei personaggi che tracimano il piccolo schermo dando dignità artistica a un’opera che innalza l’intrattenimento popolare a espressione cinematografica, e creando un’icona entrata nell’immaginario collettivo di intere generazioni.

Il cinema di Sergio Sollima affronta, con dovizia di particolari, una ricca aneddotica e acuti approfondimenti analitici:  il lavoro di sceneggiatore, di regista cinematografico prima e televisivo, poi l’evoluzione di un autore che è riuscito a rielaborare i generi per condurre un discorso continuo storico-politico che il libro recupera e mette in luce seguendo una linea storiografica cronologica. Il libro curato da Zanello compie un’opera meritoria di rivalutazione della memoria di un autore che ha lasciato un segno nel cinema e nella televisione italiana, ma poco ricordato dalla critica e il cui lavoro, idealmente, è portato avanti dal figlio Stefano Sollima con film come Suburra, Soldado e serial televisivi come Romanzo Criminale e Gomorra.

Il cinema di Sergio Sollima è impreziosito da un’intervista esclusiva a Kabir Bedi, (raccolta per l’occasione dallo stesso Zanello), interprete di Sandokan che lo ha lanciato come attore a livello internazionale, e arricchito da una serie di saggi scritti da Aurora Auteri, Francesco Carini, Giuseppe Cozzolino, Mario Gerosa, Stefano Iachetti, Antonio Pettierre, Chiara Ricci, Valentino Saccà e Luca Servini. Un libro che ogni appassionato di cinema e televisione deve avere nella propria biblioteca.

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