Al 29 Fescaaal – Festival del Cinema Africano, Asia e dell’America Latina è stato proiettata l’ultima opera del regista sudcoreano Hong Sang-soo, Hotel by the River, evento speciale nella sezione Flash, in prima nazionale, in collaborazione con il Florence Korea Film Fest. Hotel by the River ha raccolto diversi premi in numerosi festival europei, tra cui quello al miglior attore assegnato al protagonista Ki Joo-Bong allo scorso Locarno Film Festival, ribadendo, se ce ne fosse bisogno, l’attenzione da parte della critica per un autore prolifico (Grass è l’altro film girato nel 2018 e presentato alla Berlinale) e con una forte voce indipendente e originale.
Hong Sang-soo cesella il mondo circostante con la macchina da presa che tratteggia gli stati d’animo dei personaggi attraverso elementi minimali. Questa sua ricerca, che utilizza una grammatica filmica basilare, lo porta a creare un grande affresco umano della contemporaneità, basato sugli scarti temporali e il continuo travaso del cinema nella vita reale. Hotel by the River è un altro capitolo di una comèdie humaine in cui assistiamo al lento scorrere di una giornata di un vecchio poeta che sente l’avvicinarsi della fine. Rifugiatosi in un hotel in pieno inverno, ospite di un mecenate amante della sua poesia, chiama a sé i due figli (di cui uno regista, figura che ricorre nelle pellicole dell’autore sudcoreano e suo alter ego) che non vede da tempo, dopo aver abbandonato la famiglia anni addietro. S’intreccia a questa riunione familiare la presenza di una giovane donna (interpretata da Min-hee Kim, musa e compagna del regista, presenza costante delle sue ultime pellicole) lasciata dal marito e consolata da un’amica.
Hong Sang-soo immerge Hotel by the River in un paesaggio invernale dove il bianco della neve illumina il bianco e nero della pellicola di una luce ovattata e omogenea e fa risaltare le figure attoriali negli esterni in cui la macchina da presa indugia in long take – cifra stilistica dell’autore, così come l’utilizzo dello zoom e la mancanza di campi e controcampi del montaggio classico, sostituiti da movimenti continui della cinepresa che si sposta alternativamente inquadrando di volta in volta i personaggi nella stessa scena. I dialoghi illustrano con informazioni incrociate e per accumulo la vita del Poeta e il suo disincanto di fronte alla bellezza – quella del paesaggio rivierasco e quella femminile, rappresentata dalle due donne con cui ha dei fugaci, ma intensi incontri.
Hotel by the River è un cinema dove l’immagine si fa sostanza poetica e la forma diviene consustanziale con i personaggi – elementi limitati e pesanti che reggono come colonne l’architettura cinematografica che rasenta la calligrafia visiva. L’opera di Hong Sang-soo arriva alla perfezione di un haiku, cinema-zen in cui ogni inquadratura è un verso che dona ritmo interiore alla contemplazione dello spettatore. Hotel by the River mette in scena con sofisticata potenza la vita nel suo lento scorrere, dalla giovinezza fino alla soglia finale della senilità, in una circolarità esistenziale che insuffla il corso naturale delle cose. Hong Sang-soo con la sua ultima opera riesce ancora una volta a innalzare il cinema alle vette dell’arte come rappresentazione della quotidianità.