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Gaugin a Tahiti. Il paradiso perduto, il documentario di Claudio Poli con la voce narrante di Adriano Giannini

Claudio Poli (regista altresì di Hitler contro Picasso) firma lo splendido documentario Gaugin a Tahiti. Il paradiso perduto, in cui grandi critici d’arte commentano le opere dell’artista esposte ne il Metropolitan Museum, il Chicago Art Institute, la National Gallery of Art e il Museum of Fine Arts, rivelandone dettagli ancora sconosciuti

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Paul Gaugin è considerato uno dei primi pittori dell’inconscio, un indagatore dei meccanismi nascosti delle anime inquiete, il deus ex machina della follia (sovra)umana. Nato a Parigi nel 1848, rimane subito colpito dal fascino esotico dei domestici peruviani che lavorano in casa dei nonni. Dopo un matrimonio accomodante, parte per la malinconica Bretagna, dove entra in sintonia con le tradizioni celtiche e inizia a immortalare su tela sprazzi di vita quotidiana. Ma il lavoro è poco e i soldi non bastano: l’osservazione lunga e minuziosa degli uomini comuni, lo porta a studiare le loro inclinazioni più intime e nascoste e a renderle il soggetto di una nuova arte, semplice e pura, in cui si corre fino a perdere il fiato e poi si muore. La prorompente smania di ignoto, lo porta poi a Tahiti nel 1891 dove la vita selvaggia, primitiva e quasi animalesca degli abitanti del luogo, gli fa riscoprire le gioie della vita, dimenticate, assopite e frenate dalle convenzioni parigine. Possessore di un’inclinazione ribelle e ambiziosa, Paul raggiunge gli estremi confini del mondo e si affaccia, dunque, sull’orlo dell’abisso, trovando “un angolo di silenzio in mezzo alla folla”. Solo quando accetta il suo amore spasmodico per la sensualità esotica delle giovani mogli bambine, la sua arte diviene intima, vera, unica. Ma la felicità e l’appagamento continuano a essere miraggi per lui, costretto a rimanere bloccato in quella sperduta landa di terra a causa di una salute sempre più cagionevole. Tenta il suicidio, viene salvato in extremis e torna alla vita, inconsapevole della “gloriosa rivoluzione” che ha già creato. Persino dopo la sua morte, avvenuta nel 1903, il mondo continua a cantarne pregi e difetti e a trattarlo come un outsider, ma anche come un “lupo nel bosco senza collare”.

Claudio Poli (regista altresì di Hitler contro Picasso) firma lo splendido documentario Gaugin a Tahiti. Il paradiso perduto, in cui grandi critici d’arte commentano le opere dell’artista esposte ne il Metropolitan Museum, il Chicago Art Institute, la National Gallery of Art e il Museum of Fine Arts, rivelandone dettagli ancora sconosciuti. Le intense musiche di Remo Anzovino (già curatore di quelle de Le ninfee di Monet – Un incantesimo di acqua e luce), poi, accompagnano la voce narrante di Adriano Giannini, artista motivato e talentuoso, protagonista di pellicole come Travolti dal destino e Le conseguenze dell’amore. La sua voce profonda, infatti, contribuisce a esaltare la grandezza dell’uomo dietro il mito, senza maschere, senza contraffazioni, senza alcuna convenzione sociale o religiosa, tanto che la vita di Gaugin finisce per rivelarsi contemporaneamente “un libro d’avventura e la cronaca di un fallimento”. Distribuito da Nexo Digital per il grande schermo, soltanto il 25, 26 e il 27 Marzo 2019.

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