Film da Vedere

Un’ombra nascosta di Robert Zemeckis con con Brad Pitt e Marion Cotillard

Robert Zemeckis architetta un film che è un organismo perfetto: il cinema si ripropone come macchina dei sogni, che invita chi guarda ad abbandonare la propria soggettività in favore di un processo d’immedesimazione attraverso cui fare esperienza di un eccesso fatalmente interdetto nella vita reale. Ottimi Brad Pitt e Marion Cotillard

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Allied – Un’ombra nascosta, un film del 2016 diretto da Robert Zemeckis con protagonisti Brad Pitt e Marion Cotillard. Con la direzione della fotografia di Don Burgess, le scenografie di Gary Freeman, i costumi di Joanna Johnston e le musiche di Alan Silvestri, Allied – Un’ombra nascosta è un thriller che mescola spionaggio, dramma di guerra e sentimentalismo. Lo sceneggiatore Steven Knight, candidato all’Oscar per Piccoli affari sporchi e noto per i copioni di La promessa dell’assassino e Locke, si è ispirato a una storia realmente accaduta che ha sentito raccontare una volta in vita sua. La storia aveva al centro due spie sotto copertura che durante Seconda guerra mondiale si sono innamorate perdutamente prima di scoprire le loro rispettive identità nemiche. Con Brad Pitt, Marion Cotillard, Jared Harris, Lizzy Caplan, Daniel Betts, Marion Bailey.

Sinossi
Nel corso della seconda guerra mondiale, il canadese Max Vatan e la francese Marianne Beausejour sono due spie assassine, in missione segreta a Casablanca nel 1942 per uccidere un ambasciatore tedesco. Durante la missione si innamorano e si sposano, ma la loro storia si interrompe quando Max Vatan scopre un segreto terribile sul conto della moglie.

 

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Robert Zemeckis architetta un film che è un organismo perfetto, in cui ciascun elemento svolge egregiamente la propria parte, e il risultato è un’opera dove non è presente alcuna sbavatura: l’accurata ricostruzione storica, l’azione sempre coinvolgente e imprevedibile, la fluida gestione dell’ingarbugliata trama, necessaria per articolare una vicenda di spie, e, in ultimo, l’appassionata, intensa e commovente storia d’amore tra i due protagonisti, anch’essi in stato di grazia, compongono un mosaico perfetto che delizia ininterrottamente. Due ore di puro cinema che incollano allo schermo gli occhi dello spettatore, il quale può godere, finalmente, di una grande, avvincente storia, ben narrata, in cui alla bontà della sceneggiatura di Steven Knight si aggiunge la grande abilità del regista, che riesce a comporre  delle sequenze – come quella girata sul tetto di una casa della casbah, dove Marianne (Marion Cotillard) simula atteggiamenti affettuosi nei confronti di Max (Brad Pitt) ad uso e consumo di alcune osservatrici nascoste nella penombra – mai banali, curate in maniera maniacale. Una pellicola in cui sono operativi diversi stilemi, proprio per rendere al meglio quanto si vuole raccontare; non c’è un desiderio di imporsi dell’autore, che dimostra un notevole grado di maturità scomparendo quasi, mettendosi completamente al servizio del film e producendo in tal modo un’opera che s’installa nella tradizione del grande cinema di narrazione americano. Si riattiva una salutare distanza tra lo spettatore e i personaggi (che vivono delle situazioni estreme) e, dunque, il cinema si ripropone come macchina dei sogni, che invita chi guarda ad abbandonare la propria soggettività in favore di un processo d’immedesimazione attraverso cui fare esperienza di un eccesso fatalmente interdetto nella vita reale. Non è un film fracassone, quello di Zemeckis, come tante, troppe, pellicole che imperversano nel panorama contemporaneo, ma un meditato tentativo, riuscito in pieno, di riproporre, aggiornandole, quelle dinamiche interattive con lo spettatore che sembravano definitivamente scomparse: il cinema non è la realtà, è un’amplificazione che, se portata fino in fondo, produce un incantamento, trascina in un mondo altro, uno spazio franco in cui alla desolazione e prevedibilità dell’ordine simbolico subentra un immaginario prolifico che deforma la rappresentazione, facendo emergere nuove ed entusiasmanti figure.

Marion Cotillard si rivela ancora una volta sublime, gestendo in maniera impeccabile una parte più che mai complicata, laddove il ruolo di doppiogiochista, suo malgrado, le ha imposto una recitazione in cui alternare una simulazione continuata e, al tempo stesso, la necessità di far trapelare, qua e là, qualche piccolo dettaglio che lasciasse manifestare la condizione compressa e insostenibile – una contraddizione insuperabile – in cui si ritrova. Brad Pitt non è da meno, e fornisce una prestazione ottima, dimostrando la sua statura di attore ormai completamente maturato.

Un film, Allied – Un’ombra nascosta, che fa riemergere un’idea di cinema che tanto ha animato in passato il nostro immaginario, il quale chiede oggi nuove formule che consentano di riprodurre, attraverso inedite modalità, quella magia che un tempo non cessava di provocare un estatico incantamento.

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