In The Prodigy, Sarah e John Blume (Taylor Schilling e Peter Mooney) sono una coppia giovane ed innamorata, in attesa del loro primo figlio. Quando il piccolo Miles nasce sembra perfetto in tutto e per tutto, e crescendo si rivela un piccolo genio, precoce seppur schivo con gli altri bambini. Ma ben presto strani episodi si verificheranno e faranno emergere una verità sconcertante.
The Prodigy gioca con i canoni del genere horror
The Prodigy – Il figlio del male di Nicholas McCarthy è uno di quegli horror nella media, senza infamia e senza lode, che si lasciano guardare ed intrattengono giocando con tutta la serie di canoni appartenenti al genere. Non sono molti ma sono comunque ben scanditi i cosiddetti colpi sulla poltrona, derivanti soprattutto da un uso avveduto del sonoro, la cui sospensione fa subito presagire l’arrivo di qualcuno o qualcosa che spaventerà lo spettatore in sala.
A ciò si deve ovviamente aggiungere ambientazione e scenografia, per cui ogni horror che si rispetti vuole la presenza di luoghi isolati, spesso labirintici e per lo più bui, e di oggetti che possano avere un significato ambivalente, oggetti di utilizzo comune che diventano armi o mezzi di comunicazione impensabili.
La particolarità di The Prodigy
Particolarità di The Prodigy, e forse unico punto di distacco e di interesse del film, che non può evidentemente contare sulla sceneggiatura, alquanto lacunosa e prevedibile, è l’idea della reincarnazione come alternativa alla possessione.
Pensare che delle anime (non necessariamente malvagie) possano continuare ad esistere dopo la morte del tramite fisico, e vagare alla ricerca di un altro corpo in cui installarsi per portare a termine delle questioni rimaste in sospeso, non è certamente qualcosa di nuovo, ma il modo in cui viene inserito il discorso all’interno di un film horror si rivela una soluzione differente e proprio per questo invitante.
Buona la scelta del cast, per cui si è attinto in buona parte dall’universo del piccolo schermo: la Schilling è la star di Orange is the new Black, Mooney viene da Rookie Blue e dal più recente Burden of truth, mentre il villain Paul Fauteau si è fatto apprezzare in Frontier. Unica eccezione è il piccolo e bravissimo Jackson Robert Scott, già notato in IT (nei panni di George Denbrough).
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