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Il cinecomic V per Vendetta nella collana Mondo x SteelBook

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Distribuito nelle sale cinematografiche italiane nel Marzo del 2006, V per Vendetta si aggiunge alla collection di blu-ray Warner – già comprendente IT, Venerdì 13 e L’esorcista – con custodia SteelBook (interamente realizzata in metallo) e cover art a cura di Mondo.

Infatti, il collettivo di artisti, specializzato nella creazione di poster e artwork ispirati al mondo del cinema, dei fumetti, delle serie tv e della musica, ha messo a disposizione il proprio talento artistico per la creazione di immagini esclusive che rendono le cover delle vere e proprie opere d’arte.

Andiamo, però, in ordine, in quanto, sceneggiato dai Larry e Andy Wachowsky cui si deve la saga Matrix, l’esordio registico di James McTeigue prende le mosse da un romanzo grafico creato da Alan Moore e David Lloyd che, apparso per la prima volta nel 1981, sul mensile di fumetti Warrior, cessò dopo ventisei numeri, per poi essere completato dagli stessi, con la DC, a fine anni Ottanta.

Un romanzo grafico che i due idearono spinti dal loro atteggiamento nei confronti del governo ultra conservatore di Margaret Thatcher e che, trasferito su grande schermo sotto la produzione di Joel Silver, apre con le immagini di una futuristica Gran Bretagna totalitaria, ricordando – sia per quanto riguarda i temi musicali che le atmosfere notturne – il primo, mitico Batman di Tim Burton.

Ma, una volta che vediamo entrare in scena il misterioso V in difesa della giovane Evey alias Natalie Portman, aggredita da due agenti sotto copertura della polizia segreta in vena di abuso di potere, ci rendiamo conto del fatto che il lungometraggio tenda a seguire una strada del tutto personale.

Infatti, a quanto pare ispirata a titoli del calibro di Arancia meccanica, If e La battaglia di Algeri, anziché privilegiare l’azione e l’intrattenimento come ci si aspetterebbe in un qualsiasi cinecomic, l’operazione preferisce concentrarsi sulla descrizione dei personaggi, o, meglio ancora, delle idee; perché, come la stessa Portman ha dichiarato: “Nel film V è più un’idea che una persona; uno dei motivi che lo rendono invincibile è che si può uccidere un uomo, ma non un’idea”.

Un’idea che, con tanto di cicatrici, si nasconde, come il fantasma dell’opera, sotto una maschera; in antitesi con quelle metaforiche indossate dai suoi concittadini, che hanno rinunciato alla propria identità per conformarsi ed evitare di essere perseguitati dal governo, i cui esponenti risultano altrettanto camuffati, però, dietro un certo, falso perbenismo.

E la sua non è una maschera qualsiasi, bensì quella raffigurante il volto di Guy Fawkes, colui che, organizzata insieme ai suoi compagni “La congiura delle polveri”, in risposta alla tirannia del governo di Giacomo I, venne scoperto in un tunnel sotto il Parlamento, nel 1605, con trentasei barili di polvere da sparo.

Perché il misterioso, intelligente e affascinante personaggio interpretato dall’ottimo Hugo Weaving – di cui, però, non vediamo mai il volto – rintanato in una sorta di museo dove custodisce film, dischi, libri di arte e filosofia banditi dal Ministero del materiale riprovevole, si rivela protettore di una cultura che rischia di essere perduta per sempre, e, assetato di vendetta, vive con il desiderio di portare a termine il complotto che causò la morte, appunto, di Fawkes, facendo saltare in aria il Parlamento.

Man mano che, rispettivamente nei panni dell’ispettore Finch e del cancelliere Sutler, Stephen Rea e John Hurt si aggiungono al valido cast delle oltre due ore e dieci di visione atte a condurre progressivamente alla scoperta del passato e del presente, di V, capace di risvegliare la coscienza politica della ragazza, i cui genitori vennero eliminati per aver osato pronunciarsi contro il regime.

Al servizio di una atipica vicenda fanta-rivoluzionaria che, visivamente impeccabile e infarcita addirittura di splatter nelle sequenze di combattimento, s’immerge – tra costumi, fotografie e scenografie – in una gamma di toni grigi, sottolineando la cappa che opprime Londra e i suoi abitanti, in modo da renderla gelida come il suo regime totalitario.

Con ricca sezione extra costituita da trailer originale, una clip in cui abbiamo la Portman al Saturday night live, informazioni testuali relative alla colonna sonora, il video musicale della I found the reason eseguita da Cat Power, un making of (quasi sedici minuti), l’opzione per attivare curiosità che vengono svelate nel visionare la pellicola e le feturette La creazione del prossimo futuro (diciassette minuti), La storia dietro la storia di Guy Fawkes (dieci minuti) e Dalla striscia al film (quattordici minuti).

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