Se sulle prime appare come un’innocua commedia degli equivoci, Madame, della scrittrice, autrice teatrale e regista francese Amanda Sthers, in seconda battura acquisisce la chiara fisionomia di pamphlet, laddove critica, seppur cavalcando toni leggeri, la conflittualità latente tra classe dominante e dominata, upper e working class, padroni e lavoratori. La scaramanzia sciocchina di un’ingessata signora americana residente da anni a Parigi, Anne Fredericks (una discreta Toni Collette), la quale non può permettere che a un ricevimento in casa sua siano presenti tredici commensali, innesca il cortocircuito che fa si che la governante, Maria (una magnetica Rossy de Palma) penetri all’interno di un mondo che di norma le è interdetto: da subalterna, per il tempo di una cena, viene promossa, il che le consente di dialogare con uno degli ospiti, il mercante d’arte Bob (Michael Smiley), che s’invaghisce perdutamente di lei.
Ad arricchire ulteriormente il cast concorre la presenza di Harvey Keitel, che ha accettato di ricoprire un ruolo non da protagonista, lasciando il campo libero allo scontro tra le due donne, Anne e Maria, anche se a rigore sarebbe più esatto affermare che ciò a cui si assiste è la strenua difesa da parte della facoltosa signora dei suoi privilegi. Anne non sopporta l’idea che una “cameriera” sia stata accettata nel suo mondo e che, addirittura, possa essere amata da un uomo che ne fa parte. Un sentimento che deriva dalla propria frustrazione di moglie e amante insoddisfatta.
L’impianto della sceneggiatura, scritta ovviamente dalla stessa Amanda Sthers, è fortemente teatrale, con dialoghi fitti e a tratti volutamente ridondanti, mossi dall’intento di garantire una robusta dose di umorismo all’insieme. Dai i toni da divertissement iniziale si passa a quelli del melò verso la fine, e il mutamento di registro viene modulato in maniera molto equilibrata, catturando, senza pause, l’attenzione dello spettatore.
Spunto iniziale di Madame, come ha dichiarato la regista, è stato l’incontro con Rossy de Palma, che, dopo aver visto uno spettacolo teatrale da lei diretto, ha espresso il desiderio di collaborare in un progetto cinematografico. La bontà del cast del film dimostra quanto Sthers, che è una giovante autrice, goda di una considerevole stima. La fisicità inconsueta ma accattivante dell’attrice spagnola – un misto, si perdoni l’iperbole, tra Picasso e Modigliani – fornisce un efficace contrappunto alla sobrietà e la regolarità d’aspetto di Colette, una donna ossessivo-compulsiva, nonché affetta da un disturbo dell’alimentazione (bulimia), una degna esponente del mondo decrepito a cui appartiene.
Amanda Sthers, a proposito del film, ha dichiarato: “Lo spunto è stato semplice: i domestici, gli inservienti o gli addetti alle pulizie, sono soliti riferirsi ai loro datori di lavoro in maniera reverenziale, nonostante entrino nella loro intimità, ne cambino le lenzuola o ne lavino i vestiti. Viceversa, i datori ricorrono solo all’uso del nome per chiamarli e ciò indica come vi sia una sorta di forte dominio sociale che ricorda quasi una vecchia forma di feudalesimo. Si tratta di qualcosa forse inquietante che andava indagato meglio ponendosi delle domande: che succede se una cameriera si innamora di qualcuno che è vicino ai suoi ‘padroni’?”.
Distribuito da Koch Media, Madame è disponibile in blu ray, in formato 2.35:1 con audio in italiano e originale (DTS-HD Master Audio 5.1) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti extra è presente il trailer del film.