I recenti, intollerabili, episodi di razzismo americani ci danno modo di riflettere su quanto la cinematografia mondiale sia ricca di film che trattano un tema così forte e, ahinoi, ancora così attuale.
Qui riproponiamo la recensione del film Se la strada potesse parlare di Barry Jenkins, presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2018.
Ambientato ad Harlem all’inizio degli anni Settanta, racconta la falsa accusa di stupro di un poliziotto bianco nei confronti di un ragazzo innocente. Ci sono diversi modi per togliere il respiro ai neri da parte dei bianchi, ancor prima dell’assassinio di George Floyd.
Amore razzismo e ingiustizie
Amore struggente, affetti e alleanze familiari, razzismo e ingiustizie. Di tutto questo tratta Se la strada potesse parlare, terzo film di Barry Jenkins, premio Oscar con Moonlight nel 2017. Storie intensissime, ma quest’ultima di più, forse perché non cede un attimo allo stereotipo, mentre fa di tutto per tener fede al testo dello scomparso James Baldwin, che porta lo stesso titolo.
In realtà il titolo originale del romanzo, e del film, è If Beale Street Could Tallk.
Baldwin ha scritto: “Beale Street è una strada di New Orleans dove sono nati mio padre, Louis Armstrong e il jazz. Ogni afroamericano nato negli Stati Uniti è nato in Beale Street, è nato nel quartiere nero di qualche città americana. Beale Street è la nostra eredità. Il mio romanzo parla dell’impossibilità e della possibilità, della necessità assoluta, di dare espressione a questo lascito”.
Simmetria e vicinanza dei protagonisti
Se la strada potesse parlaredi Jenkins è ambientato ad Harlem all’inizio degli anni Settanta. È proprio in strada che vediamo per la prima volta i due protagonisti, Tish e Fonny (Kiki Layne e Stephan James), mano nella mano. La cinepresa li riprende dall’alto mentre camminano, lentamente. Si muovono sempre in maniera pacata (perché l’urgenza dei sentimenti abbia il tempo di risuonare negli spettatori) e fino alla fine ce li presenterà così, affiancati o abbracciati, in una simmetria facilitata anche dalla loro altezza quasi uguale; o con le fronti che si toccano, come nell’immagine della locandina.
La falsa accusa di stupro
Dal trailer infatti temevamo che il film fosse melenso, invece no, affatto. L’amore non è descritto dalla passione (che loro, amici fin da piccoli, scopriranno insieme) ma dalla vicinanza; sguardi e sorrisi sono inquadrati alternativamente nei frequenti primi piani e le mani non si lasciano mai, neppure quando sono separate dal vetro del carcere. Sì, perché Fommy, al culmine del loro amore, e poco prima di sapere che diventerà padre, viene ingiustamente accusato di stupro, per il capriccio di un poliziotto bianco e la confusione mentale della donna violentata davvero, ma da chissà chi.
A sostenere la giovanissima Tish, diciannove anni appena, una famiglia vitale fuori dal comune che sa mettere al di sopra di tutto l’amore per il bambino, proteggendolo così da tutti i problemi che verranno insieme a lui. In una società, al contrario, che, negli anni Settanta e ancora adesso, condanna neri innocenti sulle false testimonianze dei bianchi, se pure non ci siano prove di colpevolezza.
Contrasto tra la serenità della storia d’amore e la sopraffazione dei bianchi
Come nel romanzo, la narrazione procede attraverso la voce di Tish che racconta, e si svolge su due piani temporali: il presente, con le visite in carcere di Tish, e il loro passato carico di amore. Il ritmo è sempre, come dicevamo, calmo, per cui le meschinità sociali denunciate sono ancora più insopportabili in questa ballata dolente che ci coinvolge nell’intimità, nelle intese, e nella tenerezza.
Il regista non ricorre alla violenza nel dirci la sopraffazione dei bianchi sui neri. Né al sesso per l’intensità del legame. Una scena soltanto, con la delicatezza di chi lo scopre, e si scopre, per la prima volta. Si ripetono invece i momenti dell’affiatamento tra i due protagonisti e all’interno della famiglia di lei (quella di lui pare piuttosto disfunzionale). Armonia di rapporti, amorevolezza, in grado di resistere con dignità alla cattiveria del mondo.
Il film è percorso da una benevolenza che rimane addosso dopo la visione e non fa vincere la noia, nonostante la durata di due ore piene, grazie anche ai toni diversi, ma ben equilibrati, tra la leggerezza e il dramma, il dolore e l’ironia.
Musiche struggenti ad accompagnare la narrazione
Dice ancora Baldwin: “Beale Street è una strada rumorosa. Lascia al lettore il compito di discernere un significato nelle percussioni dei tamburi”. La strada di Barry Jenkins invece è spesso silenziosa e le parole misurate al massimo. Il frastuono che rimbomba nello spettatore è tutto interiore, reso ancora più profondo dalle musiche, anch’esse dolenti, anch’esse struggenti, come le canzoni Eros di Nicholas Britell o My country Tis of Thee di Billy Preston. Il resto è affidato alla fotografia luminosa e nitida di James Laxton, che aggiunge semplicità a una storia il cui maggior pregio è quello della purezza.
Trama Se la strada potesse parlare
Tish e Fonny raccontano la storia della loro vita vissuta nell’America degli anni ’70. Tish, afroamericana diciannovenne in attesa del primogenito avuto con Fonny, si batte insieme alla sua famiglia per cercare di fare giustizia e scagionare Fonny, ingiustamente detenuto, dall’accusa di stupro nei confronti di una donna bianca. La falsa accusa di un poliziotto razzista è stata architettata con la complicità della vittima, una donna psicolabile e facilmente manipolata dall’imperante sentimento razzista di quegli anni.
Distribuzione del Film
Il film, presentato in anteprima al Toronto International Film Festival il 9 settembre 2018 e nell’ottobre alla Festa del Cinema di Roma 2018, è stato distribuito nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 30 novembre 2018 ed in quelle italiane dal 24 gennaio 2019
Se la strada potesse parlare trailer e clip
Con KiKi Layne, Stephan James, Pedro Pascal, Ed Skrein, Dave Franco, Diego Luna, Regina King, Finn Wittrock, Ethan Barret, Michael Beach, Emily Rios, Aunjanue Ellis, Brian Tyree Henry, Colman Domingo, Teyonah Parris
Se la strada potesse parlare premi
Il film ha vinto agli Oscar, ai Golden Globe, al Bafta, al Critics Choise Awards, al Independent Spirit Awards,
Anno: 2018
Durata: 159'
Distribuzione: Lucky Red
Genere: Drammatico
Nazionalita: USA
Regia: Barry Jenkins
Data di uscita: 24-January-2019
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