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La settima musa: incubi, cadaveri e poesia per Jaume Balagueró

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Era dall’estate del 2012 che non vedevamo su un grande schermo italiano un’opera del cineasta spagnolo Jaume Balagueró, fattosi conoscere dal grande pubblico soprattutto per merito di riuscite pellicole horror quali Darkness e Nameless – Entità nascosta e che, in coppia con il collega Paco Plaza, è stato anche artefice della saga zombesca in pov [Rec].

Non a caso, escludendo il cortometraggio Inquilinos, la sua ultima fatica è stato il dimenticabilissimo [Rec]⁴: Apocalipsis, approdato dalle nostre parti soltanto nel mercato dell’home video, a differenza del precedente, splendido dramma a tinte thriller Bed time.

L’estate 2017, però, ha visto il ritorno del buon Jaume nei cinema dello stivale tricolore grazie all’uscita de La settima musa, tratto dal romanzo La dama numero tredici di José Carlos Somoza.

Un racconto di tensione in fotogrammi la cui figura di partenza è il professore di letteratura Samuel Solomon interpretato da Elliot Cowan, non lavorante da un anno e che, testimone della tragica morte della propria fidanzata, non solo ha un incubo ricorrente riguardante una donna brutalmente uccisa durante un rituale e che viene poi effettivamente uccisa nella realtà, ma, recatosi nel luogo dell’omicidio, scopre che ad essere afflitta dallo stesso sogno è anche la giovane Rachel, dalle fattezze di Ana Ularu.

Una situazione che richiama in un certo senso alla memoria l’idea da cui prendeva il via nel 1984 Nightmare – Dal profondo della notte di Wes Craven, ma dalla quale la oltre ora e quaranta di visione si distacca presto, in quanto non interessata a mettere in piedi un massacro di teen-ager per mano del boogeyman di turno, bensì a segnare l’inizio delle indagini che i due protagonisti portano avanti al fine di far luce sull’identità della vittima.

Indagini che portano progressivamente alla scoperta di un universo terrificante controllato dalle muse, ovvero proprio coloro che hanno ispirato gli artisti nei secoli.

Perché, se è vero che la poesia può fare cose incredibili, come spiega anche l’anziano studioso Herbert Rauschen, incarnato dal Christopher Lloyd della fanta-trilogia Ritorno al futuro, le muse giocano con le parole e usano i poeti per potersi insinuare nel nostro mondo.

Quindi, tra blatte e immagini raccapriccianti pronte a fare il loro dovere, è su un soggetto decisamente originale che si sviluppa La settima musa, comprendente nel cast anche la Franka Potente di Creep – Il chirurgo nei panni della Susan Gillard, la quale sembra aver provato per molto tempo qualcosa nei confronti di Samuel.

E, una volta tanto, non ci troviamo dinanzi ad una produzione di paura mirata a poggiare esclusivamente sui consueti balzi improvvisi garantiti dal sonoro; anzi, grazie anche al fondamentale contributo della fotografia curata da Pablo Rosso, è una avvolgente atmosfera tempestata di cupi interni e sole che non splende mai a rappresentare l’elemento di spicco di un’operazione tanto lenta nell’evoluzione del mistero quanto coinvolgente nello svolgimento che, pur rientrante nel genere indirizzato agli spaventi, invita a riflettere in maniera affascinante sulla grandezza dei sacrifici che, a volte, bisogna affrontare nel nome dell’amore.

In collaborazione con Adler Entertainment, CG Entertainment (www.cgentertainment.it) lo rende disponibile su supporto blu-ray, corredato di trailer nella sezione extra.

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