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Netflix Film

‘Mia Martini – Io sono Mia’, il riuscito omaggio di Riccardo Donna

Mia Martini – Io sono Mia è un lavoro che commuove. Con l'ottima interpretazione di Serena Rossi

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Mia Martini – Io sono Mia, con la regia di Riccardo Donna (2019), esce un anno esatto dopo Fabrizio de André – Principe libero di Luca Facchini. Due omaggi a persone che sono entrate nella nostra quotidianità e nel mito. Non vogliono essere, entrambi, semplici biografie e se per Faber si parlava di rappresentazione, anziché di interpretazione, ora è davvero difficile distinguere le due modalità con cui Serena Rossi, presente in scena dall’inizio alla fine, è riuscita a rendere il personaggio in modo così convincente. Comunque, tributi necessari, soprattutto a Mimì Bertè per la violenza subita, la diffamazione senza precedenti di cui è stata vittima, fino all’esilio, la solitudine, la rinuncia di ciò che amava di più, cioè cantare. Riccardo Donna, infatti, parla di un modo per chiederle scusa, se pure tardivo.

Il film è stato proposto allora per tre giorni consecutivi in quasi trecento sale, e trasmesso poi su Rai 1. Ora si può vedere su Netflix.

Mia Martini – Io sono mia Da Sanremo 1989

Mia Martini - Io sono mia

Serena Rossi è Mia Martini

Inizia con il festival di Sanremo del 1989, quando Mimì, dopo sei anni di silenzio, torna in pubblico con la bellissima canzone di Bruno Lauzi, Ancora tu nell’universo. Nell’incipit, viene ripresa a lungo di spalle, la pettinatura alla Mia Martini che ricordiamo di più, mentre cammina per strada, si avvicina ed entra all’Ariston, e sembra muoversi in maniera sicura, ma solo apparentemente. Durante la presentazione milanese del film, Serena Rossi ha detto di aver cantato tra sé anche in quei momenti, nonostante non la si vedesse in viso, perché l’adesione al personaggio doveva essere piena, sempre. Brava, davvero brava per come ha saputo assomigliare così tanto a Mia, evocandola di continuo senza mai imitarla smaccatamente. Tanto che Loredana Bertè, presente all’evento di allora, non ha fatto che ringraziarla per aver colto l’essenza, l’anima, della sorella perduta troppo presto.

Dall’ansia di quel ritorno a Sanremo, di cui Mia Martini non era molto convinta, a ritroso, si ricostruiscono vita, carriera, sentimenti, gioie e malinconie. Mimì tredicenne che canta con una spazzola per capelli come microfono e fronteggia l’insopportabile padre-padrone. Le sere un po’ scapestrate insieme a Loredana in discoteca. Le prime importanti incisioni, Padre davvero e Piccolo uomo. Il successo conclamato, l’esibizione con Charles Aznavour all’Olympia di Parigi. Poi, la caduta, per colpa di un ambiente (quello dello spettacolo) descritto con tutta la sua vigliaccheria e crudeltà, e i pregiudizi, ancora più assurdi allora, negli anni del femminismo e del vivere libertario. Invidie e maldicenze forse dovute proprio al suo modo di essere libera veramente e non per moda, per la capacità tutta sua di non cedere ai compromessi. Pagandone di volta in volta le conseguenze, responsabilmente.

Mia Martini e gli affetti

È il ritratto riuscito di una donna coraggiosa e sola, amata e rifiutata. Il ricordo di un talento unico e di quella voce emozionante che nel tempo si fa più profonda per i due pacchetti di sigarette al giorno e l’intervento alle corde vocali, ma forse ancora più bella. La vita sentimentale di Mia Martini viene riassunta in un’unica relazione (con un personaggio maschile di fantasia) che vuole rappresentarle tutte, raccontandoci più che gli amori, il suo modo di viverlo, l’amore, con la passione di ogni investimento. Ci sono poi l’amica, gli amici, la sorella, l’impresario, gli autori delle canzoni e, soprattutto, ciò che lei riusciva a costruire con tutti questi affetti nella realtà, ma è lei, sempre lei il centro della narrazione.

Il risultato è un lavoro che commuove. Chissà se ha saputo affascinare i giovani che non l’hanno conosciuta! Chi invece con Mia Martini è diventato grande è sicuramente coinvolto anche nella ricostruzione degli anni Settanta e Ottanta: ambienti, oggetti, vestiti, trucchi, pettinature, musiche (rivisitate tutte in chiave più attuale). Mia amava cambiare look, ma è rimasta per noi quella con gli abiti lunghi, zingareschi, il viso dolce e impertinente, il trucco pesante che usava allora e i suoi occhi grandi sul mondo.

Scriveva Angeles Mastretta nel 1990 a proposito del suo libro, Donne dagli occhi grandi: “Le donne dagli occhi grandi guardano il mondo con meraviglia ed entusiasmo, con rabbia, tormento e determinazione, con voglia di vivere e di combattere”. Avesse conosciuto Mia Martini, le avrebbe sicuramente dedicato uno dei suoi racconti.

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Mia Martini - Io sono mia

  • Anno: 2019
  • Durata: 90'
  • Distribuzione: Nexo Digital
  • Genere: Biografico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Riccardo Donna
  • Data di uscita: 14-January-2019