Erano gli ultimi mesi del 2007, un periodo in cui, grazie in particolar modo al grande successo riscosso l’anno precedente da Notte prima degli esami di Fausto Brizzi, il romano Nicolas Vaporidis, che aveva interpretato la pellicola al fianco di Cristiana Capotondi, si era trasformato in uno dei principali idoli cinematografici dei teen-ager (soprattutto delle teen-ager).
Fu allora che nelle sale arrivò Come tu mi vuoi, primo lungometraggio di finzione diretto dal Volfango De Biasi – anche sceneggiatore del film insieme a Gabriella Tomassetti, Alessandra Magnaghi e Tiziana Martini – poi riciclatosi in qualità di sforna-cinepanettoni di casa De Laurentiis.
Una commedia giovanilistica immersa nell’Italia d’inizio terzo millennio e in cui Vaporidis veste i panni del bello e trendy Riccardo, appartenente al mondo di quei giovani dediti a divertimenti tanto superficiali quanto stupidi e ai quali guarda con sdegno la trasandata e tutt’altro che affascinante ma intelligente e studiosa Giada, incarnata dalla citata Capotondi.
Una Capotondi decisamente sorprendente in questo insolito ruolo di sfigata destinata ad entrare a far parte della vita del protagonista, che riesce nell’impresa di trascinarla in ambienti a lei poco consoni, tanto da farle subire una vera e propria trasformazione sia fisica che interiore nel corso della oltre un’ora e cinquanta di visione.
Una oltre ora e cinquanta comunque distante sia da modello brizziano sopra menzionato che da Tre metri sopra il cielo e simili, in quanto, al di là delle analogie legate alla tipologia di spettacolo e all’utilizzo di volti attira-adolescenti, De Biasi conferisce un’impronta personale ad un’originale e raramente banale analisi in fotogrammi del moderno e poco apprezzabile universo dei ventenni italiani, tra arricchiti e annoiati snob e “bamboccioni” continuamente in cerca di soldi dai propri genitori.
In mezzo a discoteche, sniffate di cocaina e materialismo, ma senza dimenticare un pizzico d’ironia nel guardare più al lato sociale che alla commedia; ponendo all’attenzione dei ragazzi tutti i loro aspetti negativi e con il fondamentale contributo di un convincente cast comprendente il veterano Luigi Diberti, una Elisa Di Eusanio per la prima volta sul grande schermo e una affascinante Giulia Steigerwalt che regala una notevole prova attoriale concedendo anima e corpo a Fiamma, altezzosa che permette al brutto anatroccolo Giada di diventare un bellissimo cigno soltanto per noia, non per amicizia.
Con trailer, schede del cast tecnico e di quello artistico, interviste al regista, a Vaporidis e alla Capotondi, ventiquattro minuti di backstage e sei di scene eliminate quali contenuti speciali, lo rende disponibile su supporto dvd Mustang Entertainment (www.cgentertainment.it).
Come pure 10 regole per fare innamorare, che, diretto nel 2012 dal Cristiano Bortone autore del drammatico Rosso come il cielo, vede lo youtuber Guglielmo Scilla (meglio conosciuto con lo pseudonimo WILLWOOSH) nella parte di un timido e impacciato studente universitario fuori sede invaghitosi della splendida Enrica Pintore e, di conseguenza, propenso a chiedere “consigli di rimorchio” ai compagni d’appartamento Fatima Trotta, Piero Cardano e Pietro Masotti.
Fino al momento in cui entra inaspettatamente in scena anche il padre sciupafemmine Vincenzo Salemme, in visita a Roma e che porta il figlio a conoscenza delle dieci regole infallibili per conquistare l’altro sesso; le quali, nonostante il titolo dell’operazione, nulla hanno a che vedere con l’omonimo testo concepito dallo stesso Scilla al fianco di Alessia Pelonzi.
Perché, mentre a fare da avversario sentimentale provvede Giulio Berruti e ci si chiede se seduttori si nasce o se l’arte della seduzione si impara con l’esperienza, è su uno script a firma del regista con Annalaura Ciervo, Pulsatilla alias Valeria Di Napoli e il Brizzi di cui sopra che si costruisce l’insieme.
Il Brizzi il cui apporto s’intuisce non poco, sia a causa delle diverse situazioni divertenti descritte (citiamo soltanto il primo tentativo di approccio sull’autobus), sia per merito dei funzionali e, a volte, inaspettati risvolti narrativi.
Man mano che, alla sua prima escursione nell’ambito della commedia, Bortone si rivela in grado di sguazzare abilmente tra luoghi comuni (il maschio trova sempre la sua femmina, ma ciò non è detto che sia necessariamente un bene), colonna sonora per adolescenti (la allora vincitrice di X FactorFrancesca Michelin nel mucchio), imprese da imbranati e problemi del cuore.
Garantendo un piacevole spettacolo che, qui accompagnato da commento audio suo insieme a Scilla, trailer, sei minuti di scene eliminate e diciassette di backstage, mira in maniera principale a ricordare il sempreverde ma probabilmente veritiero pensiero secondo cui in amore pare che esista una sola regola: non esistono regole.