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Ralph Spacca Internet, un sequel irriverente che supera le aspettative e le stravolge

Un film intelligente e sagace, che riesce a ironizzare sui problemi della rete e sugli usi sbagliati che se ne possono fare. Per questo, i due protagonisti si scontrano con il cyberbullismo, con gli spam invadenti, con le truffe del sistema e con i deprecabili trojans

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Era il 2012 quando Rich Moore portava sul grande schermo Ralph spaccatutto, un film d’animazione carico d’adrenalina che rifletteva sugli scenari della cultura videoludica vintage, riproponendola in salsa new age. Il confronto fra generazioni diverse era necessario a spiegare l’inevitabile passaggio del tempo, la relativa trasformazione dei valori e l’incessante ricambio cultural-generazionale. Un prodotto intelligente e un po’ furbetto, forse, che strizzava l’occhio all’universo arcade e nerd seppur con qualche buggata qua e là.

A sei anni di distanza, Moore torna in cabina di regia insieme al fidato sceneggiatore Phil Johnston – promuovendolo co-regista – per firmare Ralph Spacca Internet, un sequel irriverente che supera le aspettative e le stravolge. Il film, infatti, è intelligente e sagace, riesce a ironizzare sui problemi della rete e sugli usi sbagliati che se ne possono fare. Per questo, i due protagonisti si scontrano con il cyberbullismo, con gli spam invadenti, con le truffe del sistema e con i deprecabili trojans.

Vanellope e Ralph, infatti, navigano incoscientemente per il web senza alcun tipo di protezione e si ritrovano a essere semplicissime particelle che fluttuano nell’universo come granelli di polvere. Allettati dai colori, dalle musiche e dalle ambientazioni delle nuove scenografie tridimensionali, si lasceranno inghiottire nel vortice delle novità, anche a costo di rischiare di restarne schiacciati. È solo mettendo a dura prova il loro rapporto e le loro emozioni che riusciranno a definire il proprio ruolo nello scenario moderno e a ritagliarsi gli spazi giusti, senza risultare appiccicosi e distruttivi come gli spam che finiscono direttamente nella cartella di posta indesiderata.

Moore e Johnston risultano subito un’accoppiata vincente. Prendono gli universi conosciuti e li modificano dall’interno, denaturizzandoli fin nella loro programmazione. L’amato Sugar Rush diviene così una melensa corsa di go cart mentre Slaughter Race si trasforma in una pericolosa battaglia automatizzata all’ultimo sangue stile GTA. La piccola e tenera Valellope, principessa alternativa e rockkettara, preferisce l’ebbrezza del pericolo e il vento tra i capelli alle feste nei castelli incantati e alle pettinature mozzafiato delle colleghe disneyane. Ma è davvero soltanto un fattore di trend e di like? La determinazione e la libertà di esprimere sé stessi oltre ogni barriera sociale e culturale divengono subito metafore di un messaggio molto più complesso e articolato. Si, perché se virtualmente ogni uomo può essere chi vuole, per quale motivo, allora, nella vita reale si nasconde dietro agli stereotipi o alle tanto ironiche maschere pirandelliane?

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