Uno spettacolo mozzafiato che non dà respiro, l’apoteosi dell’azione più sfrenata, l’intrattenimento portato ad altissimi livelli: tutto questo è Mission: Impossible – Fallout, l’ultimo, inebriante tassello della macchina produttiva hollywoodiana che, senza millantare (per fortuna) sotto testi velleitari e risibili, punta tutto su un cinema mosso dall’unico intento di fornire più di due ore di amabile evasione allo spettatore. La storia conta poco, pochissimo, sebbene non sia priva di spunti tutto sommato aderenti alla realtà dei nostri giorni. Ciò che è messo in scena è un movimento vorticoso di sequenze generate dalla felice sintesi tra una sceneggiatura intelligente e il massimo grado dello sviluppo degli effetti speciali digitali; il risultato è eccellente, poiché raramente si era assistito a uno spettacolo così imponente, senza sosta, travolgente.
L’inossidabile capo banda Tom Cruise (quasi irritante per la sua immarcescibile avvenenza e professionalità) è di nuovo alle prese con una missione il cui compimento può determinare le sorti del pianeta. Terroristi folli, che delirano sulla necessità di distruggere ogni cosa per poter inaugurare un nuovo inizio dell’umanità, s’impossessano di tre nuclei di plutonio per innescare altrettante dirompenti bombe da far esplodere contemporaneamente, mettendo il mondo in ginocchio. S’innesca, manco a dirlo, una furiosa lotta contro il tempo in cui, tra tradimenti, scontri tra CIA e IMF, intrighi, volta faccia improvvisi e cambiamenti repentini di fronte, avviene tutto e il contrario di tutto, perché, come si diceva poc’anzi, ciò che conta è che la festa abbia inizio, che si avvii il movimento, che la macchina corra a velocità folle verso il traguardo.

Mission: Impossible – Fallout vede il ritorno da sceneggiatore e regista di Christopher McQuarrie, ormai fido collaboratore di Tom Cruise che, dopo il già ottimo Rogue Nation si conferma l’uomo giusto per il compito. In stretta correlazione con il capitolo precedente, il film lascia spazio anche all’umanità dei personaggi e al lato comico dei due comprimari, Simon Pegg e Ving Rhames, con la loro mimica. Il personaggio interpretato dal nuovo “uomo d’acciaio” Henry Cavill riserva molte sorprese e permette un confronto tra i suoi metodi, rudi e immorali, e quelli di Hunt (Cruise), di gran lunga più attenti alla salvaguardia dell’innocente, ma pur sempre azzardati e a dir poco rischiosi.
Qualcuno potrebbe storcere il naso, criticare la ripetitività e la prevedibilità di un cinema che non osa andare oltre se stesso, mutando o variando, almeno in parte, le proprie caratteristiche. Chi scrive, invece, non può che tesserne le lodi, giacché ciò che è apprezzabile di esso è proprio la sincerità, la coerenza, lo scopo che lo muove, ovvero alzare ogni volta di qualche centimetro la vertiginosa asticella dell’intrattenimento. E, in questo senso, il sesto film della serie di Mission: Impossible, nata – cinematograficamente – nel 1996 con Brian De Palma a dirigere, risulta totalmente coerente con questo desiderio, senza mutare la sua essenza, ma solo rilanciando a oltranza. Insomma, una certezza che non potrà che deliziare gli amanti (e sono tantissimi) di una delle saghe più celebri del cinema contemporaneo.
Rilassatevi, dunque, abbassate le luci, aumentate il volume e godetevi uno spettacolo mirabolante che, in un colpo solo, vi fare vivere un brivido così intenso, che non basterebbero dieci vite per provarlo.
Pubblicato e distribuito da Paramount Pictures, Mission: Impossible – Fallout è disponibile in un’edizione blu ray a due dischi, il secondo dei quali contiene una quantità enorme di contenuti speciali. Il regalo perfetto per un Natale adrenalinico.