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Fino all’inferno e Die in one day – Improvvisa o muori: il cinema horror indipendente dei fratelli D’Antona

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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Dunque, il punto di partenza è un gruppo di rapinatori che, in fuga verso la libertà, annovera più o meno grotteschi individui abbigliati in giacca e cravatta, come i protagonisti del mitico Le iene di Quentin Tarantino.

Del resto, visto nelle sale cinematografiche ad Agosto 2018 e diretto dal pugliese Roberto D’Antona cui si deve, tra l’altro, l’horror The wicked gift, Fino all’inferno – dal titolo praticamente identico a quello dell’action movie che trovò nel 1999 Jean-Claude Van Damme sotto la regia di John G. Avildsen – guarda non poco al cinema dell’enfant terrible di Hollywood anche nella scelta di raccontare una vicenda destinata a prendere il via in qualità di film gangsteristico, per poi tirare in ballo l’elemento soprannaturale una volta giunto alla sua metà, come avvenne in Dal tramonto all’alba di Robert Rodriguez, di cui l’autore di Pulp fiction fu sceneggiatore e interprete.

Perché, comprendenti lo stesso D’Antona e aiutati da una fidanzata gelosa e da un ex poliziotto dai metodi sbrigativi, i rapinatori di cui sopra sono inseguiti da un boss mafioso e da una misteriosa organizzazione di uomini senza scrupoli in quanto incrociano sulla propria strada una madre e un figlio che, a quanto pare, nascondono una vera e propria maledizione.

Una maledizione da cui potrebbe dipendere la sorte del mondo e che, però, a differenza della citata pellicola firmata da colui che ci ha poi regalato Machete, non riguarda il vampirismo, bensì altre mostruosità che non sveliamo per non rovinarvi la visione di questa produzione indipendente che non manca neppure di omaggiare in maniera evidente l’Assassini nati –Natural born killers di Oliver Stone nella sequenza del soffocamento tramite cuscino.

Una produzione che, accompagnata da onnipresente colonna sonora hard rock e immersa nei filtri colorati che ne caratterizzano la fotografia, è CG Entertainment (www.cgentertainment.it) a rendere disponibile su supporto blu-ray, con trailer, tredici minuti di backstage, sette di bloopers e tre di conversazione con il VFX supervisor Alessio Barzocchini che ci parla degli effetti visivi nella sezione extra.

La stessa CG Entertainment che lancia su supporto in alta definizione anche Die in one day – Improvvisa o muori di Eros D’Antona, fratello di Roberto, corredato di trailer e di un estratto cinematografico in cui Claudio Bartolini – critico cinematografico della rivista Nocturno – parla della filmografia dei due.

Un’operazione che, come la sopra menzionata, pur manifestando una certa influenza da parte dell’argentiano Suspiria intende rifarsi al genere d’oltreoceano, con qualche debito nei confronti di Eyes wide shut di Stanley Kubrick e, soprattutto, l’intenzione di collocarsi nel filone dei claustrofobici thriller in aria di torture porn principalmente rappresentati dai tasselli della gettonatissima saga Saw.

Al proprio centro, infatti, troviamo il David White del dittico Zombie massacre nei panni del disperato Richard, il quale, intento a riprendersi la figlia portatagli via dalla ex moglie che lo ha ridotto in miseria, crede di trovare una via d’uscita nel momento in cui fa conoscenza con l’aspirante attrice Sasha alias Kateryna Korchynska.

Aspirante attrice che lo convince a prendere parte ad un gioco teatrale di ventiquattro ore che prevede un ricco premio in denaro; senza che l’uomo immagini, però, di aver appena accettato di partecipare ad uno show sanguinario.

Divenendo la principale pedina di poco meno di un’ora e venti di visione  propensa ad addentrarsi lentamente dalle parti dello slasher movie, in mezzo a individui mascherati, mani mozzate, teste schiacciate e sgozzamenti concretizzati in maniera chiaramente artigianale… con più o meno vaghi echi dal Kristy di Oliver Blackburn.

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