Reviews

36 Torino Film Festival: Colette di Wash Westmoreland racconta la nascita della grande scrittrice francese

Presentato al 36 Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile, si può dire che Colette sia un sentito omaggio a una donna piena di talento e intelligenza in un mondo dominato dagli uomini e se il film contribuirà a far avvicinare qualche nuovo lettore alle opere della scrittrice francese potrà dirsi in qualche modo riuscito

Published

on

Colette è una figura femminile di artista poliedrica che ha avuto un grande successo nella prima metà del XX°secolo. Il film del regista Wash Westmoreland, autore del precedente Still Alice e con una lunga carriera nel campo del cinema pornografico gay, mette in scena i primi anni della vita della scrittrice francese, del rapporto con il suo primo marito Henry Gauthiers-Villars dettoWilly, dei suoi primi amori saffici e del suo inizio come attrice-ballerina di music hall. Ma soprattutto Colette mette in scena quel periodo tumultuoso che fu la Belle Epoque con i cambiamenti dei costumi e la creazione dei primi romanzi della scrittrice della serie di Claudine che uscirono a nome del marito.

La Colette – interpretata da Keira Knightley a dir poco mimetica, ma con poco cipiglio e a volte fin troppo eterea – del regista inglese è una una donna conscia delle sue doti e dei suoi desideri che cerca di vivere il matrimonio in modo paritetico con la figura debordante e opprimente del marito. È interessante come un regista pornografico passi a dirigere due film come Still Alice e Colette che forniscono una chiara capacità delle doti nella messa in scena, ma che in qualche modo non hanno il coraggio di osare, cercando di perseguire un cinema tradizionalista. Vero che Colette è una donna in anticipo con i tempi e la sua figura può essere ascritta a quella di una proto-femminista (anche se la scrittrice non ha mai amato il movimento), un’anticonformista alla continua ricerca di vivere in libertà. Ed è vero che la scelta di Westmoreland non è banale, laddove trasforma Colette in una prima eroina dei tempi moderni nel campo letterario. Ma la costruzione degli ambienti, la scenografia e le psicologie dei personaggi restano alquanto didascalici e calligrafici senza andare mai oltre il corretto e lezioso compito.

Non tutto è da rigettare in Colette. Come abbiamo detto, la messa in scena e le capacità nella direzione degli attori è indubbia. In particolare, ci sono sequenze gustose come, ad esempio, il triangolo scaleno tra Colette, il marito e una miliardaria americana che diventa prima amante di lei e poi, in segreto, anche quella di Willy. Un altro aspetto interessante è la descrizione dell’effervescenza di un mondo artistico come quello letterario e teatrale che rende bene i cambiamenti in atto di una società che stava affrontando la modernizzazione. Infine, la dimostrazione della capacità di Willy di sfruttare il “marchio” di Claudine che ne fa un vero e proprio caso di marketing ante litteram con lo sfruttamento del nome non solo in letteratura e in teatro, ma in tutta una serie di prodotti che vanno dai cosmetici agli accessori per l’abbigliamento, dal taglio di capelli ai vestiti, creando una rivoluzione nei costumi dell’alta borghesia e nobiltà dell’epoca.

Presentato al 36 Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile, si può dire comunque che Colette sia un sentito omaggio a una donna piena di talento e intelligenza in un mondo dominato dagli uomini, e se il film contribuirà a far avvicinare qualche nuovo lettore alle opere della scrittrice francese potrà dirsi in qualche modo riuscito.

Commenta
Exit mobile version