Se son rose è il nuovo film di Leonardo Pieraccioni, qui in qualità di regista, attore e anche collaboratore al soggetto nonché alla sceneggiatura. Prima di arrivare al girato c’è il processo creativo di un’artista che dall’ideazione giunge all’interpretazione: Pieraccioni racconta, durante la conferenza stampa di presentazione del film qualche giorno fa a Roma, di considerarlo il primo della seconda serie, laddove il capostipite della prima era I Laureati, come da lui stesso confermato, che rappresentava quei trentenni che vivevano nel giardino d’infanzia. Ora, invece, si racconta, citando il famoso libro dello scrittore francese Frédéric Beigbeder L’amore dura tre anni, di quelli che non ce la fanno a portare a termine questa “maratona dell’amore che dura 43 kilometri e nella vita dovrebbe durare un matrimonio di almeno 30 anni, oppure all’infinito, e hanno tirato oramai i remi in barca”.
Leonardo Pieraccioni, protagonista maschile del film, crea per se stesso il ruolo di un giornalista (Leonardo Giustini) che si occupa di tecnologia e innovazione per il web, un uomo separato con una figlia di 15 anni, Yolanda (Mariasole Pollio), barricato nella sua zona di comfort, fatta di pigre certezze tra divano, involtini primavera e computer. Complice la figlia, che non ne può più di vedere il padre recordman di incessanti corse al disimpegno amoroso, decide di inviare il fatale messaggio alle sue ex “Sono cambiato, riproviamoci”. Da qui lo sviluppo del film alla rincorsa di uno sguardo interiore del protagonista su stesso: la conclusione è che il vero e unico amore della sua vita è la figlia. Il regista vuole raccontare la verità, soprattutto dei figli e di quell’amore che non potrà mai essere disimpegnato.
Un cast tutto al femminile che vede otto donne protagoniste, che sfatano finalmente il mito delle “bellocce” solite protagoniste delle commedie, con delle vere e proprie caratterizzazioni, esagerate al punto giusto, pur rientrando in una credibilità interpretativa. Attraverso l’incontro con le quattro ex, Leonardo compie un processo di autoanalisi: con Angelica (Michela Andreozzi) affronta il tema del tradimento, ormai passato, ma che lo pone nella malinconia dei ricordi liceali e di una verità scoperta anche se in ritardo; con Benedetta (Caterina Murino) ammette di essere stato un fidanzato noioso; con Elettra (Gabriella Pession) riaffiora la litigiosità e con Fioretta (Antonia Truppo) ci sono simpatiche sorprese e strade diverse intraprese. Sono Ginora (Elena Cucci), attuale fidanzatina da non definire assolutamente in quel sufficiente modo con cui si vivono oggi le relazioni non ufficiali, e Fabiola (Claudia Pandolfi), ex compagna e madre di Yolanda, con cui Leonardo ha realmente a che fare.
Pieraccioni, durante la conferenza stampa, pone anche la questione della crisi del cinema e della minore affluenza nelle sale, spostando, per un attimo, l’attenzione sulle nuove piattaforme nascenti, come Netflix e Tim Vision, che permettono di bypassare la sala aspettando i film a casa, un concetto sbagliato che può essere superato scrivendo sceneggiature di maggiore qualità, perché “una bella commedia con la sala piena è meravigliosa”. E aggiunge: “Sta a noi dare qualcosa di più prezioso affinché si prenda la macchina e si vada al cinema”. Il regista ha anche raccontato l’inizio della sua collaborazione con Filippo Bologna, co-sceneggiatore del film: “La prima cosa che gli ho detto quando abbiamo iniziato a scrivere questo film è stata: raccontiamo la verità. L’ho già raccontata con I Laureati, perché quello è un codice infallibile, al di là che il film piaccia o no. Che il film sia sincero è un valore, e noi dobbiamo assolutamente fare questa operazione. Adesso le proposte sono fatte di codici e il mio codice è: una ragazzina di 14 anni salva il padre tramite il ritorno al passato. Funzionerà o no? Noi abbiamo messo tutto noi stessi, se il passaparola è tale da far funzionare il film lo scopriremo solo vivendo, come dice il grande Mogol Battisti”.
Con questo film, Pieraccioni dà il via a un nuovo modo di fare commedia, conservando comunque l’affetto del pubblico abituato al suo sguardo brillante, ironico e anche sentimentalmente impegnato. L’attore e regista annuncia un prossimo film tutto al maschile, mettendo da parte quella giusta vena sentimentale, senza abbandonare il suo genere preferito.