Le relazioni pericolose, un film del 1988, diretto da Stephen Frears, tratto dal romanzo Le relazioni pericolose di Choderlos de Laclos e dall’adattamento teatrale del romanzo ad opera di Christopher Hampton, sceneggiatore del film. Il film ha ottenuto sette candidature e vinto tre Premi Oscar e due Bafta. Musiche di Johann Sebastian Bach, George Fenton, Christoph Willibald Gluck, Georg Friedrich Händel, Antonio Vivaldi. Con Glenn Close, John Malkovich, Michelle Pfeiffer, Uma Thurman.
Sinossi
Il legame tra la marchesa di Merteuil e il visconte di Valmont è molto particolare. Ferita dal fatto di essere stata abbandonata, la marchesa insiste a sfidarlo sulle sue abilità di conquistatore. Dopo aver felicemente insidiato una quindicenne, Valmont – sempre su indicazione della marchesa – seduce anche madame de Tourvel, moglie di un austero magistrato. Ma proprio le reazioni della nobildonna, sedotta e abbandonata, inducono il libertino a riflettere sulla sua esistenza.
L’adattamento
Le relazioni pericolose è uno di quei libri generalmente non letti che si trovano negli elenchi dei romanzi epistolari nei manuali di letteratura. Lo scrisse Choderlos de Laclos: la storia è nota e pone al centro della scena due personaggi mostruosamente affascinanti. Questi sono la mefistofelica Marchesa du Merteuil e il diabolico Visconte di Valmont, intenzionati a ledere il puro animo di Madame Marie de Tourvel. Qualcosa non va e a un certo punto, nella consunta routine sessuale del Visconte, entra in scena l’amore, questo sconosciuto: ed è proprio l’amore a rendere il tutto più complicato. Perché la Marchesa, nonostante la glacialità delle sue azioni (“Sono nata per dominare il vostro sesso e per vendicare il mio”), non è esattamente immune ai sentimenti. Quindi il Visconte, scoprendosi passionale romantico, non sembra più essere il cinico e falso seduttore di un tempo. A scatenare il disastro è la tremante ma sorprendente Marie, personificazione dell’imprevedibilità assoluta dei sentimenti.
Il film è uno spettacolo in cui si condensano vendette terribili, passioni insane, piani machiavellici, desideri incontrollabili: è l’onesto quanto irresistibile diversivo dei nobili francesi che qualcosa dovevano pur inventarsi per ammazzare il tempo. Impreziosita da una frase che va al di là della vita (“Trascende ogni mio controllo”), la ricca, bella ed inappuntabile sceneggiatura di Christopher Hampton si è guadagnata un Oscar. Capitolo a parte sugli attori, meravigliosamente in parte, compresa la giovane ma già esimia Michelle Pfeiffer. Ma soprattutto un’occasione d’oro per l’istrionismo dei due perfetti protagonisti: John Malkovich è magnifico nella maturazione dei tormenti del suo Valmont, con un finale da brividi; e Glenn Close è divina in tutto quel che fa e che dice o che lascia suggerire dalle inquietanti espressioni del suo viso.