Caccia al ladro, un film del 1955 diretto da Alfred Hitchcock. All’inizio del 1954 i dirigenti della Paramount suggerirono a Hitchcock di fare un film dal romanzo di David Dodge, Caccia al ladro, i cui diritti erano stati acquistati dallo studio anni prima subito dopo la pubblicazione (1952). Hitchcock affidò la sceneggiatura al fidato collaboratore John Michael Hayes con cui lavorò con soddisfazione e successo in ben quattro film. La sceneggiatura era pronta verso la fine di aprile del 1954. I dialoghi risultarono brillanti, pieni di giochi di parole, e audaci per i numerosi doppi sensi. Per sfruttare meglio i tempi, Hitchcock, nel mese di maggio 1954, mandò una troupe guidata da Herbert Coleman nel sud della Francia col compito di fare le riprese in esterno che potevano essere filmate senza la presenza degli attori. Nel mese di giugno tutti si trasferirono in Costa Azzurra e si effettuarono le riprese con gli attori. Alla fine di agosto il film era terminato. Nel film comunque c’è un grande uso di “mascherini” e “trasparenti” e solo un quarto d’ora è rappresentato da riprese in esterni. Il film ebbe un grande successo e una grande resa commerciale: 4 milioni e mezzo di dollari nel solo Nord America. Ottenne un Oscar per la fotografia di Robert Burks. Alfred Hitchcock veste i panni di un passeggero seduto su un autobus vicino a Cary Grant. Con Cary Grant, Grace Kelly, Charles Vanel, Jessie Royce Landis.
Sinossi
Il Gatto, ex ladro d’alto bordo, vive tranquillo sulla Costa Azzurra, quando una serie di furti eseguiti con la sua tecnica insospettiscono la polizia. L’uomo cerca di scoprire chi sta tentando di metterlo nei guai. Contemporaneamente gli si mette alle costole una ricca e bella americana innamorata di lui, a sua volta convinta che questi nuovi furti siano proprio opera sua. La verità, legata al passato avventuroso del “Gatto”, verrà fuori nel corso di una lussuosa festa mascherata. I temi sono quelli ricorrenti di Hitchcock: il falso colpevole, il sospetto. Ma qui il giallo si stempera nella commedia, complice una stupenda Grace Kelly.
Con un regista come Hitchcock è difficile trovare opere minori, soprattutto nel suo periodo aureo degli anni Cinquanta. Caccia al ladro non merita la fama di film minore del maestro, perché può contare comunque su pregi non indifferenti, sia formali che sostanziali. Tematicamente si ricollega a molte opere precedenti, in quanto è una variazione sul motivo dell’uomo innocente ingiustamente perseguitato, centrale nella poetica hitchcockiana. La novità principale è l’ambientazione in Costa Azzurra, valorizzata al massimo dalla suggestiva fotografia in Vistavision di Robert Burke, giustamente premiata con l’Oscar. Se il film può contare su una raffinatezza visiva spesso seducente (basti pensare alla scena d’amore fra Grace Kelly e Cary Grant accompagnata dai fuochi d’artificio), anche i dialoghi sono pieni di battute spiritose e di scambi verbali piuttosto “osé” per gli anni Cinquanta. Qualcuno sostiene che il film sarebbe privo di suspense, ma questo rilievo non sembra del tutto veritiero, anche se siamo più dalle parti di una commedia sofisticata che di un thriller tipicamente hitchcockiano. Il ritmo è vispo e garantisce il coinvolgimento dello spettatore, le interpretazioni di Cary Grant e Grace Kelly sono tenute su un registro brillante del tutto adeguato all’impostazione della sceneggiatura: entrambi gli attori hanno dato altrove caratterizzazioni più sfaccettate, ma risultano comunque convincenti. Splendidi i costumi di Edith Head, soprattutto nella scena del ballo in maschera, e almeno un paio di scene di inseguimento automobilistico da antologia, coi paesaggi marittimi che si integrano con eleganza all’azione.