È un inizio all’insegna dell’emozione quello del MedFilm Festival con Liliana Cavani e Ilaria Cucchi, scelte dagli organizzatori come testimoni di un impegno civile e artistico simile a quello che da sempre contraddistingue la manifestazione romana, giunta alla sua 24esima edizione. Della medesima qualità è fatto The Day I Lost My Shadow, il film di Soudadde Kadaan, chiamato ad aprire il festival raccontando la guerra siriana attraverso il punto di vista di una madre impegnata a sopravvivere per assicurare al figlio il pasto quotidiano. Pur in presenza di un’ambientazione che riduce l’esistenza al soddisfacimento di bisogni primari, il fatto di far coincidere la necessità di reperire la bombola del gas utile al confezionamento del cibo con l’unità d’azione rappresentata dal tempo necessario a procurarsela immerge la storia in una dimensione archetipica, a cui contribuisce non poco il diradamento della presenza umana, significativa solo quando si tratta di materializzare le barbarie della guerra attraverso la minaccia e le violenze dei soldati incontrati da Sana lungo il percorso che la separa dalla meta.
Alle prese con con un tema tanto importante quanto attuale, The Day I Lost My Shadow sceglie di raccontarlo in maniera intima e personale, facendo coincidere gli aspetti pubblici della vicenda, legati alla cronaca degli scontri fratricidi e alle stragi di vittime innocenti, con quelli privati, relativi alle vicissitudini della protagonista e a quelle della sua famiglia. La differenza, però, il film se la costruisce non tanto sul piano della militanza politica e sulla funzione documentaristica dei suoi contenuti, quanto nella forma poetica con cui proietta sul paesaggio circostante lo stato d’animo di Sana, esemplificato dalle ombre delle persone alla quale la donna si aggrappa quale ultima stilla di un’umanità in via d’estinzione.
A creare lo scarto è, infatti, la relazione esistente tra il senso di oppressione creato dall’insistenza con cui la macchina da presa rimane attaccata ai volti e alle silhouette degli attori e la valenza del reale, la cui consistenza metafisica, data dalla prevalenza di tonalità grigio scure e dalla stilizzazione dell’intreccio boschivo, rimanda alla selva oscura dantesca e, come nella “Commedia”, alla visione di un paesaggio interiore. Vincitore del Leone del futuro all’ultima Mostra del cinema di Venezia, The Day I Lost My Shadow è opera di rara potente ed emozionante. Meglio di così il Festival non poteva iniziare.