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Devil Lady: scopriamo la donna diavolo di Go Nagai

Segnali dall’universo digitale. Rubrica a cura di Francesco Lomuscio

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L’inizio di tutto va ricercato nei diciassette volumi del manga che, edito in patria da Kodansha, individuano il proprio creatore nel genio nipponico Go Nagai, ideatore di non pochi intramontabili personaggi appartenenti alla cultura d’animazione giapponese, da Mazinga a Jeeg robot, passando per Devilman.

Non a caso, circolato in Giappone tra il Gennaio 1997 e il Giugno 2000 (in Italia, però, è arrivato soltanto nel 2004), non fatica a rivelare i connotati di una variante femminile dell’uomo diavolo che combatte i demoni e protegge i buoni il fumetto Devil Lady, che non ha potuto fare a meno di generare una serie televisiva animata in ventisei episodi, ora resa disponibile da Koch Media e Yamato Video attraverso un cofanetto dvd costituito da sette dischi e rientrante nella sempre più ricca collana Anime Factory.

Una serie trasmessa dall’Ottobre del 1998 al Maggio dell’anno successivo e in cui facciamo conoscenza con la ventiduenne ex campionessa olimpionica di nuoto Jun Fudo, la quale, dopo un paio di anni di università di provincia, approda a Tokyo per lavorare come indossatrice; per poi scoprire, però, di essere in grado di trasformarsi nella diavolessa del titolo, trovando modo di dare sfogo a tutta la propria aggressività repressa.

Diavolessa che, mantenendo il proprio cuore umano, riesce comunque nell’impresa di indirizzare la sua furia contro i malvagi Devil Beast, ovvero mostruose creature che si risvegliano spontaneamente all’interno dei corpi di alcuni mortali, ma destinate – a differenza di Jun – a perdere totalmente il proprio controllo per seminare morte e distruzione.

Perché, a consentire alla ragazza di scoprire la sua facoltà di mutare in Devil Lady è la tanto enigmatica quanto inquietante Ran Asuka, direttrice della Human Alliance, un’organizzazione paramilitare segreta il cui compito è, appunto, fronteggiare questi pericolosi esseri.

La Ran Asuka che, facilmente interpretabile in qualità di corrispettivo “rosa” del Ryo Asuka presente nelle già citate avventure di Devilman, coordina le operazioni che vedono coinvolta, di episodio in episodio, la protagonista, la quale sembra anche, in un certo senso, essere attratta da lei.

Aspetto, quest’ultimo, che accentua il (sotto)testo saffico oltretutto testimoniato dall’innamoramento che la indossatrice orfana Kazumi Takiura prova nei confronti di Jun, la quale vive insieme a lei; in quanto è evidente che, a differenza del cartoon incentrato sull’Akira sempre pronto a difendere l’amata Miki, siano tematiche decisamente più adulte a caratterizzare le imprese di Devil Lady, tutt’altro che esclusivamente basate sugli scontri con i cattivi di turno come avveniva, invece, in quel caso.

Quindi, più che a quello non privo d’ironia della serie tv, anche nella tipologia di disegni si avvicina al molto meno edulcorato Devilman dell’OAV l’universo qui portato in scena, che si distacca anche dalla propria versione cartacea e che lascia non poco spazio all’approfondimento dei tormenti interiori della Fudo.

Un universo cupo e che, tra erotismo oltretutto testimoniato dalle consuete nudità femminili e momenti di estrema violenza a suon di sangue e liquidi organici pronti a schizzare, si popola di altri personaggi spazianti dallo scienziato Jason Bates al bambino devilman Satoru, che odia gli esseri umani e ha una squadra chiamata Crusaders; senza contare Takeshi Maki, ispirato al sopra menzionato uomo diavolo Akira e che lotta supportando un gruppo di mostruosità femminili ribelli denominate Underground Girls.

Completa il tutto un esclusivo booklet di trentasei pagine occupate da gallerie di immagini e sinossi di ogni puntata.

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