This Magnificent Cake! di Marc James Roels ed Emma De Swaef è il lungometraggio di apertura del concorso del XVI° Ravenna Nightmare Film Festival. Il film di animazione, attraverso cinque personaggi, narra la colonizzazione dell’Africa centrale da parte del re del Belgio Leopoldo II nella seconda metà del XIX° secolo. Diviso in quattro episodi, la coppia di giovani registi sceglie un duplice percorso per mettere in scena l’orrore di quello che fu la colonizzazione di stampo privatistico perseguito dal re con la creazione di una Compagnia che sulla carta aveva intenti scientifici, mentre nella realtà applicava uno sfruttamento massivo delle risorse dei territori occupati e la resa in schiavitù delle popolazioni locali che furono oggetto di un vero e proprio genocidio (negli anni dell’amministrazione leopoldina si calcola che quasi la metà della popolazione morì per il lavoro, le malattie e stragi compiute per “civilizzare” il paese).
La prima linea narrativa di This Magnificent Cake! è quella storica che parte con il primo episodio dedicato al re e alla sua idea di conquista di una colonia per il Belgio; prosegue con un pigmeo che è schiavizzato in un hotel di lusso con un posacenere in testa, dove la sua umanità viene annullata e trasformato in un oggetto dell’arredamento; continua con la spedizione di un pasticcere fallito in patria che va in Congo a trovare fortuna, utilizzando gli indigeni per i più turpi traffici, considerati meno di animali e arredando la magione in mezzo alla foresta con parti dei loro corpi (teschi che delimitano il giardino e il porticato, dita utilizzate come appendiabiti); termina la vicenda con un ragazzo renitente alla leva e mandato nella colonia. I registi partono dalla figura reale per poi mettere in scena storie di personaggi comuni della piccola e arrivista borghesia nascente il cui disprezzo per se stessi e per gli altri è pari solo alla loro fame di ricchezza e potere.
L’altra linea narrativa è quella del sogno che si trasforma in un incubo iniziando proprio da quello di Leopoldo con cui si apre This Magnificent Cake! per poi diventare la parte portante della storia negli ultimi due episodi, dove il sogno del piccolo negoziante si trasforma in una caduta in una grotta e del suo incontro con una lumaca che prende fattezze umane accedendo proprio da un buco nel muro della magione (ricordando qui la stessa operazione fatta da Spike Jonze in Essere John Malkovich). La medesima grotta dove il giovane disertore cade dopo aver lasciato nella foresta il suo compagno di viaggio morto che diventa una strada onirica per tornare morente a casa per le febbri che lo hanno colpito.
L’orrore della colonizzazione è fornito da particolari raccapriccianti, come abbiamo anticipato sopra: dai portantini dell’uomo d’affari che cadono nel fiume, con teste che si staccano e dal povero pigmeo disumanizzato che muore schiacciato da un pianoforte caduto per colpa di un bambino turbolento e viziato. Ma quello che colpisce più di tutti è la descrizione dell’ottusità culturale, dell’insensibilità dei personaggi nei confronti degli indigeni e dell’ambiente circostante. Una totale mancanza di umanità da parte di uomini e donne che sono dei falliti in patria e sfogano la loro voglia di dominio assoluto in una terra senza né leggi né morale se non quella economica.
In modo elegante, la condanna dei registi per una pagina nera della storia europea in This Magnificent Cake! viene allargata all’intera collettività con il collegamento tra un episodio e un altro di rimandi di luoghi, suoni, sogni e l’inserimento di personaggi che hanno legami tra loro. Così il flautista che suona per in re in un concerto da camera e che viene zittito perché il suono del flauto ricorda quello di un uccello che crea gli incubi al sovrano, lo ritroviamo nell’albergo di lusso che suona nella foresta e arriva all’improvviso nel terzo episodio alle spalle dell’unico sopravvissuto tra i portantini caduti nel fiume, mentre dà l’ultimo saluto alla testa dell’amico che ha in mano. Ma la sua sopravvivenza dura poco, perché spaventato dal suono del flauto, cade, batte la tesa e scopare nelle acque. Oppure, il giovane disertore che incontra un parente dell’uomo d’affari (vedendone un sosia (?) ubriaco che cade dalla nave in navigazione sul fiume Congo) per poi arrivare nella stessa magione nella foresta, introdursi nella medesima grotta e arrivare a entrare in un’allucinazione simile al personaggio che lo ha preceduto.
Opera prima che rimanda alle tecniche tradizionali del maestro ceco Jiří Trnka, la pellicola è girata in stop motion utilizzando pupazzi (creati da Emma de Swaef) di lana e feltro che riescono a essere estremamente espressivi nei movimenti, nelle pause, nei silenzi. Lo sguardo degli occhi ravvicinati, cuciti su teste tonde e corpi rubicondi, rafforza l’ottusità d’animo dei personaggi europei e donano un’espressione di stupore fatalista in quella degli indigeni che vivono direttamente l’incubo. Non deve trarre in inganno la tecnica di animazione utilizzata dalla coppia di registi: la sensazione di calma, bellezza, calore del materiale con cui sono costruiti i pupazzi rende ancora più stridente e angosciante il tema trattato, non limitando le atrocità che subiscono gli indigeni, ma, anzi, le amplificano creando un forte disagio in chi guarda.
This Magnificent Cake! è un’opera estremamente attuale che, tramite la messa in scena della Storia, racconta per sineddoche l’aridità dell’animo moderno contemporaneo. L’elemento dell’incubo è rappresentato con sagacia e profondità, ma rimane il grosso difetto della breve durata del film che gli autori avrebbero potuto allungare arricchendone lo sviluppo narrativo.