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Dawson, isla 10 (Festival di Roma 2009 In concorso)

Santiago 1973. Dopo il colpo di stato, alcuni leader dell’Unidad Popular vengono trasferiti sull’isola di Dawson, un campo di concentramento situato nello stretto di Magellano.

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Santiago 1973. Dopo il colpo di stato, alcuni leader dell’Unidad Popular vengono trasferiti sull’isola di Dawson, un campo di concentramento situato nello stretto di Magellano. Tra i detenuti erano presenti anche ex-ministri del governo Allende. Il regime golpista legittimò il rovesciamento della volontà del popolo cileno, proclamando la lotta contro l’Internazionale Comunista, di cui Allende era considerato il nuovo esponente sudamericano. La politica progressista e soprattutto la riforma agraria, che prevedeva la redistribuzione delle terre ai contadini, furono le misure che scatenarono la reazione dell’esercito cileno, pilotato dall’establishment americano. Dopo mesi di reclusione e condizioni estreme i prigionieri politici vennero finalmente liberati grazie all’intervento delle Nazioni Unite, della Croce Rossa e anche del leader democratico americano Ted Kennedy.
Lo stile del film, sospeso tra il documentario e la rappresentazione, è molto sobrio e, per certi versi, ricorda non poco, soprattutto per la fotografia e le atmosfere, lo Spielberg del “Salvate il soldato Ryan” e di “Munich”.
Particolarmente commovente la fine del film quando, mentre già stanno scorrendo i titoli di coda, si sente il toccante discorso di Allende che invita il popolo a credere nel suo governo. Applausi.

Luca Biscontini

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