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Festival di Roma

Festa del Cinema di Roma: Diario di tonnara, celebrazione e incanto di un rito ormai estinto

Presentato alla Festa del Cinema di Roma, Diario di tonnara di Giovanni Zoppeddu ricorda l'antica tradizione della pesca del tonno tra riti sovrannaturali e leggende marine.

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“La comunità di pescatori di tonno è un mondo praticamente scomparso. Erano persone che sopravvivevano con quel genere di lavoro e su di loro si concentrava la vita del borgo”, spiega Giovanni Zoppeddu, regista di Diaro di tonnara, “i tonnaroti non sono pescatori come gli altri, chi pesca il tonno costruisce un palazzo in mare aspettando anche per due mesi l’arrivo del pesce”.

Presentato nella Selezione Ufficiale della Festa del Cinema di Roma, Diario di Tonnara narra un tempo passato, fatto di riti e sacralità, ma destinato a essere relegato nell’oblio del folclore. Il documentario prende ispirazione dall’omonimo libro dello scrittore Ninni Ravazza, raccontando i borghi, le comunità e le avventure che hanno scandito la vita quotidiana dei pescatori del tonno, e si fa interprete delle storie vissute nel mare di allora e oggi mutate in leggende: “la tonnara esiste da duemila anni e ha mantenuto da allora gli stessi rituali. Queste persone andavano in mare solo grazie alle conoscenze empiriche acquisite con l’esperienza ma niente veniva fatto per caso”, racconta il regista, “il rito diventava per loro quasi un calendario, come la preghiera prima di uscire in mare, perché erano tante le cose che potevano succedere. Come quando il Rais (colui che coordinava tutte le diverse fasi della pesca del tonno), riusciva a interrompere una tromba marina con la ripetizione di un semplice rito. Per noi sono cose straordinario ma che prima appartenevano all’ordinario”. 

Alle immagini che il regista realizza in una delle ultime tonnare ancora attive a Carlo Forte in Sardegna, il documentario alterna immagini di repertorio di maestri come De SetaQuilici, e Alliata, un pezzo profondo di storia del cinema italiano, ma che riemergono letteralmente dalle immensità marine, mostrando con ora poetica leggerezza, ora con instancabile accuratezza, il lavoro e la vita dei tonnaroti . “La pesca fa parte della nostra cultura. La cosa che mi ha maggiormente convinto riguardo questo progetto è che racconta il nostro paese a 360 gradi e questo credo che sia la cosa più importate”, spiega Luca Onorati, montatore del documentario, “il riutilizzo del materiale del repertorio è un mondo affascinante e abbiamo lavorato a lungo anche sul sound design per ridare voce alle immagini. I filmati di archivio è una materia viva che non può essere chiusa in un cassetto, ma rappresenta una fonte inesauribile di ispirazione”.

La dimensione del sacro e il legame forte con la natura, elementi essenziali di allora, oggi rivivono grazie al progetto di Zoppeddu: “A Carlo Forte c’è una comunità molto unita alla tonnara. Ci sono anche ragazzi di 18 anni che per loro è come un servizio militare. Loro ci credono e pescano tanto e ancora per un po’di tempo durerà, anche se queste persone probabilmente saranno le ultime”.

  • Anno: 2018
  • Durata: 70'
  • Distribuzione: Istituto Luce Cinecittà
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Giovanni Zoppeddu

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