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Festival di Roma

Festa del Cinema di Roma: sorprende piacevolmente Bene ma non benissimo, esordio alla regia di Francesco Mandelli

Il film è una visione semplice, immediata, se vogliamo anche stereotipata, ma altrettanto sincera e autentica di una dimensione abbastanza nota, quella di un contesto scolastico e sociale preadolescenziale in cui emergono differenze di classe, di origine, fisiche

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Sorprende piacevolmente l’esordio di Francesco Mandelli che si dimostra decisamente a suo agio nella sua nuova veste di regista. Presentato nella sezione Alice nella città, Bene ma non benissimo porta una ventata di freschezza alla Festa del Cinema di Roma, qualità preponderante che attraversa per tutta la sua durata questo grazioso lavoro. L’assoluta rivelazione, che rappresenta senza dubbio una delle maggiori fonti di riuscita del film, è la simpaticissima e irresistibile Francesca Giordano che interpreta la piccola protagonista Candida Morbillo, preadolescente siciliana orfana di madre da due anni, che si trasferisce insieme al padre a Torino, dove uno zio si propone di aiutarli in seguito alla perdita del posto di lavoro. Il film è una visione semplice, immediata, se vogliamo anche stereotipata, ma altrettanto sincera e autentica di una dimensione abbastanza nota, quella di un contesto scolastico e sociale preadolescenziale in cui emergono differenze di classe, di origine, fisiche, delle sue dinamiche e delle sue conseguenze e del bullismo che deriva dalla distanza creata da tali differenze quando non sono accompagnate da un’educazione affettiva, empatica e umana.

Niente di nuovo quindi, ma Mandelli riesce a dare a un materiale così apparentemente scontato un tocco di leggerezza e di diletto che gli consentono di renderlo piacevole, oltre che di trattare qualcosa di serio e drammatico in modo non banale. L’aspetto più bello di una storia come tante altre, viste e riviste, la differenza rispetto a qualsiasi altro racconto di bullismo che abbiamo visto rappresentato in tutte le salse, sia in pellicole italiane che internazionali di ogni dove, è come Mandelli sia stato in grado di creare un personaggio che non subisce, in cui ciò che colpisce dell’atteggiamento umiliante, sprezzante, cattivo dei ragazzi che se la prendono con “i più deboli” o, meglio, quelli che loro percepiscono come più deboli e, quindi, si divertono a prevaricarli, a prendersene gioco, a mortificarli, in questo film, non sia l’umiliazione, non sia il dolore che crea questo comportamento. Il regista non si focalizza sul senso di ingiustizia o sulla vergogna, per quanto li rappresenti, ma pone tutta l’attenzione sull’energia e sulla forza d’animo con cui questa bambina reagisce, su come non si faccia spaventare, non perché non ne soffra, ma perché sa, ha capito benissimo, di non essere lei la più debole, ma soprattutto istintivamente sembra intuire cosa sia in grado di neutralizzare gli atteggiamenti sprezzanti, e cioè coprire quella distanza. E allora continua a parlare, comunicare, sorridere, ignorando quella cattiveria, si avvicina a quei ragazzi esprimendo esattamente quello che sente, che sia contenta o arrabbiata, speranzosa o triste, come se questi non si sentissero in un altro pianeta rispetto a lei. Li aiuta in modo istintivo a riconoscere per forza che stanno tutti sullo stesso pianeta. Candida rappresenta la la positività che qualsiasi ragazzino bullizzato potrebbe percepire come speranza, come dimostrazione che l’unica via non sia quella di subire e di vergognarsi. Tutto questo viene detto in modo molto efficace e, per quanto si tratti di un linguaggio elementare e non certo sofisticato o ricercato, è un bellissimo messaggio da trasmettere.

A servizio di questa immediatezza e di questa positività si mette anche il rapper Shade, che interpreta una piccola parte nel film. E con la stessa naturalezza Mandelli tratta temi profondi come l’amicizia, il lutto, le difficoltà economiche, l’importanza della famiglia, le differenze tra settentrionali e meridionali, la ormai centralità di social e selfie, sempre senza mai appesantirli o caricarli di drammaticità, mantenendo per tutta la durata del film la stessa spontaneità e predisposizione a gestire tutto in modo leggero ma comunque non superficiale.

È molto bella la sequenza iniziale, nella quale vediamo semplicemente un piccolo spaccato della vita di Candida, quando ancora si trova in Sicilia, con i suoi amici, al mare, a casa. Ed è davvero potente l’immagine di questa bambina in evidente sovrappeso, con l’apparecchio ai denti e vestita con pochi euro; vederla sorridere, muoversi in maniera disinvolta, in costume da bagno, ballare, correre, divertirsi circondata di amici, sentirsi bella, viva, forte, solo perché esiste, indipendentemente da qualsiasi stereotipo o etichetta creata da dinamiche sociali esterne a lei.

  • Anno: 2018
  • Durata: 100'
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Francesco Mandelli

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