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Big Mouth 2: una piccola gemma della serialità contemporanea

Torna la folle serie animata targata Netflix e ci ricorda la sua unicità nel ricchissimo panorama seriale.

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Big Mouth è una serie animata di incredibile intelligenza comica, un oggetto seriale per certi versi unico, un prodotto capace di portare allo sfinimento la forza delle risate attraverso mitragliate di inarrestabile umorismo e in grado di raccontare un preciso microcosmo secondo regole narrative originali e concettualmente interessanti.

Dopo una prima stagione sostenuta dalla funzionale unione di un considerevole effetto a sorpresa e di una qualità elevatissima, l’atteso ritorno della serie prodotta da Netflix ha confermato l’eccellenza della storia di Nick e Andrew e ha sviluppato quanto di buono fatto dal capitolo iniziale: siamo ancora alle scuole medie e i ragazzini dalla pubertà selvaggia sono questa volta invischiati anche nei cambiamenti ormonali delle colleghe femmine, con tanto di prese di coscienza femministe, associazionismo maschile, perversioni dichiarate e incipiente senso di vergogna assoluta. Nessun prigioniero, anzi, un discorso teorico analitico nell’eliminazione dei pregiudizi e fiero nell’elogio dell’onestà comunicativa, preciso nell’affondo di critica sociale alle intimidazioni di una società ipocrita e feroce nella difesa della libertà emotiva di ognuno.  

Un delirio narrativo assoluto in funzione di una precisa visione sociale da comunicare senza didattica didascalica, bensì attraverso modalità che, pur senza scadere nella volgarità gratuita e nelle forzature grottesche, rimangono scioccanti e destabilizzanti. Il focus è ancora una volta la psicologia puberale di ragazzi che escono dal guscio famigliare per sbattere la faccia a velocità mortale contro la complessità del mondo delle relazioni, dei sentimenti, dell’educazione sessuale; l’obiettivo tematico è ancora quello di stressare la narrazione con foga iperattiva per ottenere risultati illuminanti riguardo al ruolo e al peso dei sentimenti in una società spesso strutturata per celarli attraverso la loro malsana negazione; il risultato è un atto creativo liberatorio in cui l’occhio di chi guarda non solo gioisce delle acrobazie narrative (spinte dal trampolino di una comicità davvero geniale) ma si commuove anche dell’evoluzione di personaggi che si dimostrano reali al di là della loro gommosità animata, veri oltre la sospensione dell’incredulità e unici assieme all’unicità dei sentimenti che scatenano.  

La seconda stagione di Big Mouth è una gemma di serialità contemporanea, capace di divertire attraverso soluzioni visive a tratti anche mai viste (l’episodio sui metodi contraccettivi è da antologia) e di utilizzare quest’ultime in favore di una progressiva ricerca di significato, di una continua esplorazione della questione della crescita sessuale: dagli sconvolgenti problemi fisici agli altrettanto scomodi cambiamenti psicologici, dalla consapevolezza profonda dell’importanza dei sentimenti negativi alla responsabilità improvvisamente necessaria per controllare quelli positivi. Sarà difficile aspettare il ritorno di un prodotto così formidabile (anche per la quantità di dettagli visuali proposti in ogni mezz’ora di visione) nello scavo delle profondità emotive nascoste sulla superficie disegnata; così intelligente nel raccontare con le vie comunicative più assurde le sensazioni più vere del corpo e della mente.

di Leonardo Strano

  • Anno: 2018
  • Durata: 10 episodi
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Commedia
  • Nazionalita: USA
  • Data di uscita: 05-October-2018
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