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Film da Vedere

Agente 007 – Missione Goldfinger con Sean Connery, uno dei migliori film della serie dedicata a James Bond

Il film viene generalmente considerato, sia dai fan che dalla critica, come uno dei migliori della serie. Fu la pellicola che consacrò definitivamente la bond-mania

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Agente 007 – Missione Goldfinger (Goldfinger), il terzo film della serie ufficiale di James Bond, diretto dal regista Guy Hamilton nel 1964. È stato anche il primo 007 a vincere un Oscar, nel 1965, per i migliori effetti sonori (Norman Wanstall). La colonna sonora, comprendente la celeberrima Goldfinger, composta da John Barry, con parole di Anthony Newley e Leslie Bricusse e cantata da Shirley Bassey, raggiunse la prima posizione nella Billboard 200 per tre settimane. Per la scena più famosa del film (quella dove Jill Masterton viene ricoperta d’oro), l’attrice Shirley Eaton dovette sottoporsi a ore di trucco venendo ricoperta quasi completamente di vernice d’oro. Per questa scena l’attrice si guadagna il titolo di “immagine più erotica del decennio”. Subito dopo l’uscita della pellicola circolò una leggenda metropolitana secondo la quale l’attrice sarebbe realmente morta a causa della vernice durante la lavorazione del film, notizia questa assolutamente falsa. Il film viene generalmente considerato, sia dai fan che dalla critica, come uno dei migliori della serie. Fu la pellicola che consacrò definitivamente la bond-mania. Agente 007 – Licenza di Uccidere e A 007, dalla Russia con amore erano stati buoni successi di pubblico, ma non avevano smosso le folle o i critici; Agente 007 – Missione Goldfinger invece, grazie a un ritmo più serrato rispetto ai primi film e alla miscela vorticosa di bond-girl (qui ben tre), gadget tecnologici (debutta ufficialmente la “superaccessoriata” Aston Martin DB5) e tocchi di umorismo (il timer che si ferma a “007” secondi) consacrò definitivamente Sean Connery come star e la “formula-bond” ad archetipo del cinema d’azione degli anni sessanta.

Sinossi
Goldfinger è un misterioso uomo d’affari sospettato di essere a capo di un’organizzazione che contrabbanda oro. James Bond viene incaricato del caso e riesce ad arrivare così vicino al quartiere generale di Goldfinger da cadere nelle sue mani. Questi ha un piano per attaccare Fort Knox, deposito delle riserve auree degli Stati Uniti e luogo tra i più sorvegliati e sicuri del mondo, ma James è sul piede di guerra.

Forse lo 007 più celebre, Agente 007 – Missione Goldfinger fu il terzo episodio della serie che fece esplodere definitivamente il mito di James Bond: è anche quello in cui si affacciano per la prima volta gli ingegnosi gadget di “Q”, quello in cui l’ironia diventa parte integrante della storia e Gert Froebe è in effetti uno dei migliori cattivi dell’ormai quarantennale serial. C’è molto più camp (favolosa l’entrata in scena di James, che sotto la muta da sub sfoggia un tiratissimo smoking), molta più tecnologia (e fantasia): dalla prima versione della ‘007-car’, un’Aston Martin con i marchingegni più diabolici, alla micidiale valigetta-bomba, per non parlare dell’orologio, con il quale James riesce a deviare un laser, o del cappello-frisbee della guardia di Goldfinger e, infine, le solite memorabili battute bondiane. Sean Connery, che arrivi con lo smoking sotto una muta da sub, che lotti contro il crudele coreano dalla bombetta assassina OddJob, o rischi di perdere la celebrata virilità, è sempre più a suo agio nei panni della spia creata da Ian Fleming. Guy Hamilton, da par suo, mette al servizio dell’eroe di sua Maestà una regia attenta e molto efficiente. Lo 007 di Missione Goldfinger non è invincibile come lo si aveva conosciuto in Licenza di uccidere: viene catturato dopo nemmeno quaranta minuti ed è costretto a sventare una minaccia economica globale prigioniero del nemico. Diretto vivacemente da Hamilton (Terence Young ritorna per il successivo Thunderball) e scritto da Richard Maibaum e Paul Dehn, il terzo episodio del ciclo di James Bond è un avvincente intrigo spionistico che leviga i nei dei primi due: stavolta le divagazioni (ad esempio la partita di golf con trucchetto) sono piacevoli e non compromettono la scorrevolezza dell’intreccio, il prologo è magistrale, l’ironia delle battute fa sempre centro perfetto e la serie finalmente sfoggia due villain con gli attributi. Un classico del cinema d’evasione.

  • Anno: 1965
  • Durata: 112'
  • Genere: Avventura
  • Nazionalita: Gran Bretagna
  • Regia: Guy Hamilton

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