Cinquantacinque anni dopo l’uscita dell’originale diretto dal grande regista americano Joseph Losey (Il ragazzo dai capelli verdi, Giungla di cemento e Il servo, tanto per citare alcuni dei suoi film più celebri), Benoît Jacquot, coraggiosamente, torna a mettere in scena l’adattamento cinematografico della novella di James Hadley Chase, Eva. Grazie a un cast di prim’ordine – Isabelle Huppert nel ruolo di Eva e il bravo Gaspard Ulliel in quello di Bertrand Valade – il risultato complessivo è senz’altro apprezzabile, nella misura in cui l’intrigante e torbido rapporto tra i due protagonisti prende lentamente corpo, delineando una parabola etica attraverso cui si dipana il percorso di espiazione del giovane e spregiudicato Bertrand, un individuo apparentemente innocuo, ma in realtà capace di calpestare e parassitare le vite degli altri pur di affermarsi. La fatalità fa sì che l’uomo s’imbatta in Eva, una donna distaccata, fredda, feroce, dedita alla prostituzione di alto bordo, un soggetto oscuro, non manipolabile. Insomma, Bertrand trova pane per i suoi denti, pagando un prezzo alto ma forse ragionevole per le sue colpe.
Ciò che piace in particolare del film di Jacquot è la mancanza di uno sguardo giudicante: la sua macchina da presa penetra asetticamente in un gorgo umano per rappresentare i rapporti di forza in esso presenti, senza essere mossa dall’intento moralistico di emettere una sentenza. Eva e Bertrand sono due personaggi che pur di sopravvivere nel migliore dei modi non esitano a violare le regole etiche più comuni. In questo senso, che prevalga l’uno o l’altro è piuttosto indifferente, laddove, comunque, si rimane in uno stato di ambiguità, di scaltrezza, di mancanza di scrupoli. L’una vuole continuare ad avere una vita agiata, in attesa che l’amato marito esca dal carcere, l’altro desidera imporsi nel mondo del teatro senza contare sulle proprie capacità (all’inizio del film lo vediamo rubare il manoscritto di una pièce che spaccia per sua, ascrivendosene impunemente tutti il successo e i meriti).
In Eva, Jacquot dirige per la sesta volta Isabelle Huppert, simbolo attuale del cinema francese: “Ricordo la prima volta che ho filmato Isabelle in Storia di donne come se fosse ieri. Era il 1980 e non vedo differenze con la Isabelle di oggi: come attrice, sa portare con sé qualcosa di unico, qualcosa che appartiene a lei e a lei sola. E ha sempre avuto questa qualità”. A proposito del personaggio ha raccontato invece Huppert: “Eva è un enigma. È una persona reale o una fantasia? È forse una proiezione dell’immaginazione di Bertrand?”.
Presentato in concorso al Festival di Berlino 2018, Eva viene così raccontato dal regista: “Eva, il romanzo di James Hadley Chase, è stato pubblicato in Francia da Gallimard nel 1946, all’interno della celeberrima Série Noire. Ho letto il libro quando avevo 13 o 14 anni. Mio padre era un lettore appassionato dei romanzi della Série Noire e questo lo teneva nascosto dietro agli altri, così ne sono stato attratto immediatamente! Anche il film di Losey del 1962 mi colpì molto e non è la prima volta che mi capita di avere come punto di partenza un libro già adattato per il grande schermo. Con Eva quello che mi ha interessato fin dall’inizio è che i due protagonisti non sembrano definiti una volta per tutte, sono mobili ed entrambi doppi: tutti e due hanno un segreto, forse un’altra vita, una vita nascosta”.
Con la direzione della fotografia di Julien Hirsch, le scenografie di Katia Wyszkop, i costumi di Marielle Robaut e le musiche originali composte da Bruno Coulais, Eva, pubblicato da Teodora Film e distribuito da CG Entertainment, è disponibile in blu ray in formato 2.35:1, con audio in italiano e originale (DTS-HD Master Audio 2.0 e 5.1) e sottotitoli opzionabili. Nei contenuti extra è presente il trailer.
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