Francesco, un film del 1989 diretto da Liliana Cavani, la quale riprende a distanza di ventitré anni la storia già raccontata nel film televisivo Francesco d’Assisi (1966). È stato presentato in concorso al 42º Festival di Cannes. Ha vinto due Nastri d’Argento e un David di Donatello. Con Mickey Rourke, Helena Bonham Carter, Paolo Bonacelli, Fabio Bussotti, Mario Adorf. Sceneggiatura di Liliana Cavani e Roberta Mazzoni. Scenografia e costumi di Danilo Donati. Musiche dei Vangelis.
Sinossi
Qualche tempo dopo la morte di Francesco di Assisi, Chiara e cinque tra i primissimi seguaci del Santo s’incontrano per ricordare episodi e momenti della vita dell’uomo che cambiò le loro vite. Leone redige sul suo quaderno spunti e ricordi toccanti, aiutato dagli altri: da una giovinezza dissoluta alla prigionia in tempo di guerra, dalla scelta di rinunciare ai beni di famiglia per andare con poveri e lebbrosi alla vita miserabile ed eroica condotta da Francesco coi primi confratelli. Seguono poi l’incontro con Chiara e I’approvazione di Papa Innocenzo III – confermata dal successore Onorio III, affinché i fraticelli avessero una Regola – ed infine I’ultima parte della vita del Santo, forse la più dura e tormentata, quando percepirà che anche nella comunità da lui creata possono serpeggiare la corruzione e le divisioni interne. E’ il momento in cui Francesco si rifugia con fra’ Leone sulle montagne, per meditare e pregare Dio, dal quale riceverà le stigmate, il segno supremo della santità.
“Stiamo parlando di un pensatore straordinario. Francesco era un uomo di una libertà assoluta, uno dei massimi intellettuali della storia della nostra cultura. Cosa davvero straordinaria, forse unica, non è possibile strumentalizzarlo in nessun modo, perché la sua ribellione è tutta interiore. Un personaggio inattuale per forza di cose“. (Liliana Cavani)
Liliana Cavani recupera con questo film il personaggio di san Francesco d’Assisi che aveva già trattato nel 1966 con un interprete “scomodo” come il colombiano Lou Castel, qui sostituito dallo statunitense Mickey Rourke, altro attore considerato “difficile”. La vita di Francesco d’Assisi viene riletta dalla regista con un buon gusto visivo e con una scelta attoriale spiazzante ma che si rivela vincente: Rourke fornisce un’ottima prova e dà corpo al santo in modo riuscito e convincente. Anche il resto del cast è interessante e ricco di nomi. Poi non tutto funziona alla perfezione, ma il film regge bene nonostante la lunga durata: 150 minuti. Il Francesco di Cavani è diverso da quello dell’immaginario collettivo: è più concreto, più rivolto agli esseri umani reietti, poveri e malati, in un certo senso più simile a Gesù Cristo. Manca la parte poetica che al Santo faceva chiamare fratello e sorella tutte le cose, tutti gli animali e tutte le sensazioni di questo mondo. Rourke ne dà un’interpretazione sofferta, estremamente dolorosa, efficace, che rende facile capire come abbia potuto coinvolgere chi più gli stava vicino. Ottima anche la Chiara interpretata da Bonham Carter. Grazie a una regia asciutta e dal polso fermo, Francesco resta sui binari del realismo e ci presenta la forte, spiazzante scelta di un uomo libero, con i suoi dubbi e le sue paure, lontano dalle raffigurazioni favolistiche alla Zeffirelli.