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FESTIVAL DI CINEMA

Il “Dolly d’oro Giuseppe De Santis” 2018 premia gli esordienti Fabio e Damiano D’Innocenzo per La terra dell’abbastanza

Al FondiFilmFestival i fratelli D’Innocenzo, Fabio e Damiano, sono stati insigniti del prestigioso premio del Dolly d’oro Giuseppe De Santis per Il loro film, La terra dell’ abbastanza, un’opera prima che ha avuto già i suoi riscontri critici positivi alla Berlinale dove il film ha esordito

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Non ha potuto mantenere la promessa di essere a Fondi, nella serata che concludeva l’edizione numero diciassette del FondiFilmFestival il regista Gianni Amelio: un forte colpo della strega lo ha costretto ferocemente a letto.  Gianni Amelio doveva essere a Fondi per premiare, in qualità di presidente della associazione Giuseppe De Santis, che organizza la manifestazione, il film La terra dell’abbastanza diretto dai fratelli  Fabio e Damiano D’Innocenzo, ritenuti meritevoli del Dolly d’oro Giuseppe De Santis, premio destinato alle giovani leve del nostro cinema. Ma Gianni Amelio per Fondi aveva anche un altro desiderio, quello di presentare finalmente al pubblico fondano la sua ultima opera letteraria, l’intenso Padre quotidiano, che voleva infine spiegare alla platea insieme agli avvocati Maria Letizia Spasari e Virginio Palazzo, che dell’associazione è l’organizzatore generale. Perché Padre quotidiano è particolarmente sentito dal suo autore Gianni Amelio?  Noi rispondiamo con un passo del libro:   “ … Ethem mi venne incontro per salutarmi, ma non come faceva di solito, accostando le guance per tre volte. Adesso mi tenne stretto, mi si aggrappò addosso. Poi gli uscì una frase che forse mi aveva già detto altre volte, e c’era la parola  bir, figlio. L’assistente tradusse sottovoce, perché anche a lui suonava strano quello che doveva ripetere: “ fino ad oggi è stato figlio mio.  Da domani sarà figlio tuo … “.

Si evince da qui, da questo tratto, l’importanza di Padre quotidiano per Gianni Amelio e la voglia personale di condividerlo anche con gli appassionati del FondiFilmFestival. È inutile soffermarsi ancora sui margini di perfezione che il FondiFilmFestival anno dopo anno raggiunge, queste sono ormai autentiche conferme.  E la diciassettesima edizione ha mantenute intatte queste coordinate di qualità. Il direttore artistico Marco Grossi poi, dal proscenio, attraverso i saluti finali, in un atteggiamento che sembrava rimanere esattamente in equilibrio tra il magone, l’entusiasmo e la liberazione, ha stilato quelli che sono stati i dati oggettivi del successo della kermesse: “ … noi siamo il contenitore, gli ospiti il contenuto …”. E gli ospiti quest’anno hanno risposto ai nomi dei registi Fiorella Infascelli, Davide Ferrario, Daniele Ciprì, Gianfranco Pannone, Patrizia Santangeli, Fabio e Damiano D’Innocenzo  e dello scrittore Massimo  Gaudioso. Dice Marco Grossi:  “  abbiamo rispettato l’orario previsto dal programma e ci avviamo a concludere la diciassettesima edizione del Fondi. Come previsto, siamo reduci dal concerto strepitoso presso la sala grande del palazzo Caetani, nella sezione del festival che abbiamo titolato come  il magico connubio tra il cinema e la musica. Il concerto, ma tutto questo era prevedibile, ha avuto veramente uno strepitoso successo, è stato emozionante davvero assistere alla esecuzione in diretta della riscrittura recente della colonna sonora di quel film strepitoso, un capolavoro dell’espressionismo tedesco, che è  Il Golem, un muto del 1920 diretto da Carl Boese e da Paul Wegener … Siamo molto contenti perché abbiamo visto poi un pubblico attento e veramente soddisfatto, e nel tratto di strada che separa il palazzo Caetani dalla Sala Carlo Lizzani dove siamo adesso molti si sono avvicinati e ci hanno testimoniato la loro soddisfazione. Siamo molto contenti di questo … Ovviamente ora è il momento dei ringraziamenti … “.

La serata poi è andata avanti con la premiazione dei fratelli D’Innocenzo, Fabio e Damiano, insigniti del prestigioso dono del Dolly d’oro Giuseppe De Santis per Il loro film,  La terra dell’ abbastanza, un’opera prima che ha avuto già i suoi riscontri critici positivi alla Berlinale dove il film ha esordito. Marco Grossi dal proscenio ha ricordato come La terra dell’abbastanza in qualche modo reincarna quelli che sono stati i motivi del cinema neorealista: “ … a Peppe De Santis avrebbe fatto certamente piacere l’attribuzione del Dolly a  La terra dell’abbastanza, perché a livello tematico e stilistico con questo film avete ricordato il cinema del passato, proprio quello che ha fatto grande il cinema italiano nel mondo … “.  Di contro i fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo: “ … il premio è un Dolly, e noi,  paradossalmente, è una cifra questa che noi non abbiamo usato. Il nostro film è girato quasi tutto con la macchina a mano e proprio per questo riteniamo che assomigli davvero al cinema neorealista di cui accennavi …  “. I fratelli D’Innocenzo sono due giovani ragazzi, dall’aria anche genuina e spontanea, socievoli e ben disposti proprio ironicamente a gestire la loro condizione di registi ormai affermati e pluripremiati. Questo succede quando Gordana Miletic De Santis, vedova di Giuseppe De Santis, ricorda loro di avere appena parlato al telefono con Amelio, che il regista abbraccia i fratelli e manda loro tanti e tanti auguri. I fratelli ringraziano la Miletic De Santis, dicono che vedranno Amelio in settimana, e che anzi  “ … Gianni, che è un grandissimo amico nostro, ci ha convocati proprio perché si aspetta da noi qualche consiglio per il suo prossimo film … “.

La luce dalla platea della sala Carlo Lizzani intanto comincia a sciamare, è l’avviso che sta per partire la proiezione del film premiato, i fratelli D’Innocenzo intanto continuano a stringere mani e si sottopongono discreti verso qualche selfie. “Un film come  La terra dell’abbondanza  non si presta ad essere annunciato al pubblico che lo sta per vedere con un  “buon divertimento”, sicuramente però una “buona visione”  ve la possiamo assolutamente augurare …” dicono Fabio e Damiano D’Innocenzo.  Dal canto nostro noi ribadiamo invece che nei fratelli D’Innocenzo abbiamo certamente trovato due registi che,  in concreto, hanno proprio l’aspirazione di fare arte cinematografica attraverso lo spettacolo più netto, ed anche più qualunque, e questo in un paese in cui l’arte cinematografica, e il suo spettacolo, sembra diventare quasi una industria proibita. I movimenti di macchina dei fratelli D’Innocenzo e le loro strette inquadrature dettagliate sui personaggi, hanno raccontato abilmente i due ragazzi, gli attori  Andrea Carpanzano e Matteo Olivetti, dal destino già violentemente scritto sin dai primissimi quadri. Una splendida opera prima, quasi a ricordare uno splendido Pier Paolo Pasolini.  Un Dolly d’oro meritato, Giuseppe De Santis assolutamente approverà.