Salvo è un film del 2013 scritto e diretto da Fabio Grassadonia e Antonio Piazza e interpretato da Sara Serraiocco, Saleh Bakri, Luigi Lo Cascio, Giuditta Perriera, Mario Pupella, Redouane Behache, Jacopo Menicagli, Dylan Tauro. Il film è costato circa 1 milione di euro e per raccogliere i fondi ci sono voluti 5 anni. Sara Serraiocco è stata selezionata dopo un lungo casting tra esordienti ed ha seguito un lungo percorso di apprendimento della cecità. Salvo è stato presentato al Festival di Cannes del 2013 il 16 maggio nella sezione della Settimana della critica, aggiudicandosi il Grand Prix e il Prix Révélation. Nelle sale italiane è uscito il 27 giugno, mente in quelle francesi il 16 ottobre e in quelle del Regno Unito a marzo 2014. Il film è stato comprato per la distribuzione in circa 25 paesi del mondo, inclusi Stati Uniti e Australia. Ha partecipato a numerosi festival internazionali come Londra, Chicago, Palm Springs, Stoccolma, Glasgow, Abu Dhabi ed all’Annecy cinéma italien. La fotografia è di Daniele Ciprì.
Sinossi
A Palermo i destini di Salvo (Saleh Bakri) e Rita (Sara Serraiocco) si incontrano grazie ad un miracolo, accaduto in un mondo in cui non se ne verificano mai. Rita è cieca sin dalla nascita e si ritrova ad essere presente nel momento in cui Salvo, killer della mafia, uccide suo fratello. Nonostante non veda niente, Rita sembra fissare Salvo, che per evitare il fastidio le chiude gli occhi con le mani ancora sporche di sangue. Quando Rita riapre gli occhi, inaspettatamente ha recuperato la vista. Ossessionato da quanto accaduto, Salvo la segrega in un magazzino isolato, dove entrambi realizzeranno il bisogno di una vita diversa.
La recensione di Taxi Drivers (Elisabetta Colla)
La mancata attribuzione di premi ai film italiani di Paolo Sorrentino (La grande bellezza) e di Valeria Golino (Miele), selezionati a Cannes rispettivamente nelle sezioni ‘Concorso’ e ‘Un Certain Regard’, ha fatto brillare di una luce ancora più forte il doppio premio attribuito dalla 52esima Semaine de la Critique (l’importante sezione parallela del Festival curata dal Sindacato francese dei Critici cinematografici) al nostrano e indipendente Salvo, debutto di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, vincitore sia del Grand Prix 2013, con una giuria presieduta dal regista portoghese Miguel Gomes, sia del Prix Révélation, assegnato da quella diretta da Mia Hansen-Løve. “Questi premi sono stati una sorpresa ed una grande gioia – afferma Antonio Piazza – e ci hanno ripagato di 5 anni di duro lavoro. Vogliamo condividerli con tutti quelli che hanno lavorato con noi e che ci hanno aiutato a realizzare il film. Dedichiamo la vittoria a Falcone e Borsellino, proprio in questi giorni ricorre l’anniversario della strage di Capaci”.
Inizia come un qualsiasi mafia movie, l’opera prima della coppia Grassadonia-Piazza (entrambi palermitani d’origine), con sparatorie e morti ammazzati a bruciapelo in una Palermo sbiadita e cupa. Ma, pur restando saldamente ancorato agli stilemi del genere, Salvo rivela gradualmente il suo vero obiettivo, suggerendo come persino nei contesti più degradati possa farsi strada un barlume di umanità. Quell’umanità che sembra negata in radice al protagonista, un killer della mafia palermitana, al punto da non mostrarne – nelle sequenze iniziali – nemmeno il volto. Fin quando, per caso, Salvo incontra Rita (molto brava, in una parte davvero complessa, l’esordiente Sara Serraiocco), la sorella cieca di un imprenditore che deve essere eliminato: una volta portato a termine il lavoro, succede qualcosa d’imprevisto, Rita inizia a vedere e questo – unito alla fragilità complessiva della ragazza – tocca le corde più profonde del killer, difensore degli animali e dei più deboli. È un fiore che lentamente si apre una via nel cemento, nasce un sentimento dapprima timido e incerto, poi via via più forte, ma senza futuro, tra il killer spietato e la vittima designata. Benché il film abbia numerose incoerenze e momenti difficili da comprendere, talvolta pleonastici, di certo non pecca per coraggio e ricerca di linguaggi sperimentali. Particolarmente suggestiva la circostanza per cui la ragazza non vedente, terrorizzata dalla presenza dello sconosciuto in casa, brancola a tentoni in una lunga sequenza angosciante, quasi da cinema horror, che si avvale dell’uso del buio nella fotografia, firmata dal bravo Daniele Ciprì, e di altri effetti, fra cui un sonoro ‘amplificato’ (come se i suoni fossero accentuati dalla condizione di cecità).
Dopo Gomorra, non è facile parlare di mafia in un certo modo: Salvo vi si avvicina in certe sequenze, dove solitudine, squallore e spietatezza emergono, ma cerca il soffio di umanità sopito in ciascuno. Una nota di leggerezza al film è data dal cameo di Luigi Lo Cascio e Giuditta Perriera, nel ruolo quasi macchiettistico dei pensionanti che ospitano Salvo e gli preparano da mangiare. Nei panni del protagonista, l’intenso e concentratissimo Saleh Bakri, attore palestinese di cinema e teatro, visto di recente in La sorgente dell’amore, del regista Radu Mihaileanu. Realizzato col supporto del Premio Solinas (dove la sceneggiatura ha vinto una Menzione Speciale nel 2008), del Torino FilmLab, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Film Commission Regione Sicilia, di Eurimages, coprodotto tra Italia (Acaba Produzioni e Cristaldi Pictures) e Francia (Mact Productions e Cité Films).