fbpx
Connect with us

Reviews

Triage (Festival di Roma 2009 In Concorso)

Danis Tanovic, premio Oscar nel 2002 per “No Man’s Land”, torna con una pellicola difficile da digerire, mettendo in scena, senza retorica, il dramma della guerra.

Pubblicato

il

Triage-Immagini-dal-film-5_mid

Danis Tanovic, premio Oscar nel 2002 per “No Man’s Land”, torna con una pellicola difficile da digerire, mettendo in scena, senza retorica, il dramma della guerra.
Mark (Collin Farrel) è un fotoreporter di zone belliche, e il conflitto che va a documentare con il suo miglior amico è quello kurdo-iracheno, che devastò il Medio Oriente durante gli anni Ottanta. Invece di seguire il consiglio del compagno di viaggio e tornare a casa, il nostro protagonista vorrebbe attendere l’inizio delle operazioni militari kurde, per assicurarsi materiale fotografico esclusivo. Poi, rinsavito, sceglie il ritorno, ma il destino riserva ai due una beffa non prevedibile. David (Jamie Sives) incappa in una mina anti-uomo che gli fa esplodere gli arti inferiori. Mark cerca in ogni modo di salvarlo, portandolo sulle spalle per chilometri, fino a quando giunge in prossimità di un fiume privo di guadi. Non potendo percorrere altri itinerari, Mark si getta in acqua col compagno ancora sulle spalle, ma poi in preda al tumulto della corrente è costretto, per non soffocare, a liberarsene. Lo shock è tale che, quando torna a casa, non riesce a far parola dell’accaduto. Solo in seguito ad una psicoterapia riuscirà a svelare l’orribile segreto e a scrollarsi di dosso l’insopportabile senso di colpa.
Riflettere sugli orrori della guerra è sempre cosa buona è giusta, anche se questo film non riesce sempre a trascendere l’architettura della sceneggiatura per calarsi in profondità nel problema.
Ottima e terrificante la sequenza del campo medico kurdo, dove il medico, secondo la gravità dei feriti, distribuisce dei nastrini: giallo è vita, blu è morte.

Luca Biscontini