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Film da Vedere

End of Justice: un Denzel Washington in stato di grazia per un film che mostra la drammatica difficoltà di rimanere fedeli ai propri principi

A fornire un incalcolabile valore aggiunto a End of Justice è la straordinaria performance di Denzel Washington, il quale si cala perfettamente nel ruolo, producendosi in una recitazione calibrata al millimetro, sempre credibile, che ipnotizza chi guarda

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Scritto e diretto da Dan Gilroy, abile sceneggiatore poi passato dietro la macchina da presa con il buon Lo sciacallo – Nightcrawler (2011), End of Justice è un film pensato appositamente per Denzel Washington, senza il quale non avrebbe avuto senso imbarcarsi in un progetto ambizioso e completamente incentrato sulla figura del protagonista. Chi scrive non è un sacerdote del culto dell’attore vincitore di due premi Oscar (nel 1990 per Glory – Uomini di gloria e nel 2002 per Training Day), ma stavolta, dalla primissima sequenza fino al drammatico epilogo, è stato completamente rapito dall’interpretazione di un personaggio difficile, spigoloso e, al tempo stesso, affascinante, col quale non è facile empatizzare. Roman J. Israel è un puro, uno che ha resistito coraggiosamente alla degenerazione antropologica che ha caratterizzato gli ultimi quarant’anni di un Occidente sempre più cinico e, per tale ragione, ha sviluppato un carattere ruvido, che lo pone molto spesso in conflitto col mondo in cui è immerso. È un avvocato che ha sposato la causa della riforma della società, che pensa e utilizza il diritto come uno strumento creativo in grado di modificare le nefandezze cui ha troppo spesso assistito nel corso della sua lunga carriera. Non si è piegato alla logica del solipsismo, del tornaconto personale. Finché ha agito nell’ombra, alla stregua di un ghostwriter per lo studio legale in cui lavorava, è riuscito a sopravvivere, ma quando le circostanze lo costringono a esporsi in prima persona le cose si complicano, e la sua integrità etica è messa a dura prova dalle insidie che la vita gli presenta.

Se la storia è assai interessante, nella misura in cui mette in scena l’impossibilità di rimanere incontaminati in un’esistenza che è, innanzitutto e per lo più, compromesso, accomodamento e sforzo continuo per non affondare, con tutto il percorso di passione ed espiazione che Roman intraprende, a fornire un incalcolabile valore aggiunto a End of Justice è, come premesso, la straordinaria performance di Washington, il quale si cala perfettamente nel ruolo, producendosi in una recitazione calibrata al millimetro, sempre credibile, che ipnotizza chi guarda. Il tono sommesso ma fermo e deciso della sua dizione esercita una sorta di incantamento, che impedisce di distrarsi anche per un solo istante, poiché si evince lo spessore di un uomo straordinario che, senza strepiti, ma in virtù di una notevole preparazione e di una tensione etica unica, si differenzia meravigliosamente dalla maggior parte degli uomini, incapaci, il più delle volte, di mettere guardare oltre il proprio limitato orizzonte. Anche il più nobile degli individui, però, può inciampare, sfiancato dall’ingratitudine di una vita avara di quei riconoscimenti che gli spetterebbero. Eppure, una sola azione sbagliata, anche se grave, non può comprometterne l’integrità complessiva; se si è in grado di ravvedersi e di riconoscere la propria debolezza rimane sempre la possibilità del perdono.

La regia di Dan Gilroy non è geniale ma buona, più che soddisfacente, capace di valorizzare adeguatamente la caratura del protagonista, concedendosi, qua e là, qualche virtuosismo, mai gratuito, ma sempre funzionale a dare forma ai movimenti interiori di Roman, che rimangono molto spesso inespressi, non verbalizzati. A contrappuntare Washington ci pensa un ottimo Colin Farrell, che dopo una fitta collaborazione con il regista greco Yorgos Lanthimos, torna a Hollywood, accettando di non essere un protagonista, con un ruolo non semplice, colorato da diverse sfumature e che dà adito a un cammino di ravvedimento.

End of Justice, per cui Washington ha ricevuto l’ennesima candidatura all’Oscar quale miglior attore protagonista, è un film solido, con una sceneggiatura che regge per tutta la durata (due ore), e che, per le questioni che tratta, merita senz’altro un’attenta visione. Una raccomandazione è d’obbligo: sarebbe bene guardare il film in lingua originale per non fare un torto alla straordinaria interpretazione dell’attore.

End of Justice è disponibile in blu ray, in formato panoramico ad alta definizione (1.85:1) con audio (DTS-HD 5.1 Master Audio) e sottotitoli in varie lingue. È presente anche una ricca sezione di contenuti speciali: Denzel Washington diventa Roman; La realizzazione di End Of Justice; Colin Farell alla scoperta di George; 8 scene eliminate.

  • Anno: 2017
  • Durata: 122'
  • Distribuzione: Sony Pictures
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Dan Gilroy

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