Lola+Jeremy è una commedia francese esilarante, dal gusto estetico brioso. È l’opera prima della regista July Hygreck, che si affaccia sul grande schermo portando una visione contemporanea della società, ormai preda della tecnologia degli smartphone, arricchendo il tutto con vivaci effetti di video-grafica. Il protagonista, Jeremy (Syrus Shahidi), decide di utilizzare il suo telefonino per documentare la sua storia d’amore con Lola (Charlotte Gabris), ma dietro il gesto apparentemente narcisistico si nasconde un desiderio più profondo: rendere partecipe il padre, malato e in fin di vita, costretto su un letto d’ospedale. Lola infrange la promessa di non rivedere il video-diario da lì a dieci anni, gesto imputabile a tutte le donne curiose e impazienti; in tal modo, trova il filmato in cui Jeremy parla agli amici della sua idea – ancora agli albori e presentata nella tipica maniera grossolana e beffarda cui solo i ragazzi possono ricorrere – e così, delusa, decide di lasciarlo. È certamente l’orgoglio femminile a prevalere, e la mancanza di comunicazione, dovuta al discredito, non favorisce la riappacificazione.
Lola+Jeremy è un film corale in cui, ai due nomi del titolo, si aggiungono quelli degli amici che gravitano intorno ai protagonisti: complici di lui sono suo fratello Sam (Foed Amara), il suo amico e collega di lavoro Mathias (Tom Hygreck) e Mickael (Sylvain Quimene). Decidono, insieme, di aiutare Jeremy a riconquistare Lola con la brillante idea di mettere su un gruppo di strampalati supereroi, fingendo rapimenti di personaggi famosi con l’obiettivo di averla come riscatto. Purtroppo non c’è riscontro dal lato femminile, laddove s’imbattono continuamente nel cinismo e nella vendetta spietata della sua migliore amica Sarah (Laura Boujenah), personaggio che richiama la Samantha Jones di Sex and the City per la sua indole seduttrice e libertina. Jeremy è, in fondo, l’uomo che tutte le donne vorrebbero: uno che fa di tutto per riconquistare la propria donna; Lola incarna, dal canto suo, il tipico comportamento di chi si sente umiliata, offesa, tradita, presa in giro e che utilizza l’orgoglio nascondendo lacrime e sofferenza.
Il film, forse in alcuni passaggi, manca di pudicizia, ma è sempre pervaso da uno spirito brioso, con quell’eleganza tipica del savoir faire che solo i francesi sanno mettere in scena. La notizia della morte del padre cambia il registro della commedia, spostando, per un momento, l’attenzione sulla perdita e il ricordo. D’altronde il finale è già scritto nel titolo, quel “+” è destinato a unire, ma la regista non perde l’occasione per tenere lo spettatore incollato allo schermo fino all’ultimo secondo con opportuni e frequenti colpi di scena.