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A voce alta – La forza della parola, il documentario di Stéphane de Freitas vincitore del premio del pubblico al Torino Film Festival

È ora disponibile nelle sale il cinematografiche italiane il documentario francese À Voix Haute – La Force de la Parole (tradotto A voce alta – La forza della parola) di Stéphane de Freitase, vincitore del premio del pubblico al Torino Film Festival

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È ora disponibile nelle sale cinematografiche italiane il documentario francese À Voix Haute – La Force de la Parole (tradotto A voce alta – La forza della parola) di Stéphane de Freitas, realizzato nel 2017 nel contesto di un progetto chiamato Eloquentia e ideato nel 2012 dallo stesso regista che ne ha curato anche la sceneggiatura. Il film mostra il percorso che, da diversi anni, viene realizzato con trenta studenti provenienti da diverse facoltà dell’Università di Saint-Denis, nella periferia nord di Parigi, sull’arte della retorica e dell’esprimersi in pubblico. Interessante ed esortativo è vedere come un disagio possa trasformarsi in arte: la timidezza o l’introversione, o addirittura il contesto sociale in cui si è nati – come racconta uno degli studenti: “Sono cresciuto in quello che chiamereste un quartiere difficile, in cui parlare bene è più un male che altro. In sostanza, vengo da un posto in cui più le tue parole sono semplici, ostili, dure e più vieni rispettato” – sono il punto di partenza per crescere e migliorarsi.

Il docente stesso, Bertrand Périe, rende nota la sua timidezza adolescenziale, al limite dell’autismo patologico, e il consiglio che offre ai ragazzi per superare i propri limiti è, prima di tutto, quello di metterci il cuore. Gli studenti iniziano quindi a lavorare su un testo, partendo dalle tecniche proprie della struttura dell’orazione (Exordium – Narratio – Divisio – Propositio – Argomentatio e Peroratio), risalente a più di 2500 anni fa, per arrivare al messaggio che si intende trasmettere e che deve sempre esprimere riflessioni sui temi del diritto umanitario. Il metodo utilizzato è un approccio psico-pedagogico corredato da esercizi teatrali che prevedono l’uso della voce e del diaframma, da esercizi motori e creativi, in quanto la parola è il risultato di un movimento che nasce da dentro.

Il documentario è frutto di un lavoro naturale e spontaneo: la macchina da presa segue indiscretamente le vite degli studenti, anche al di fuori dell’aula, facendo conoscere al pubblico il loro privato, gli stili di vita e i rapporti familiari. Dai volti dei ragazzi emerge un forte spirito collettivo e propositivo, qualità determinanti per dei caratteri dalla forte valenza artistica e umanitaria. A voce alta – La forza della parola, reduce dal Torino Film Festival, dove ha vinto il Premio del Pubblico, conferma l’importanza e la necessità di esperienze laboratoriali di questo tipo nelle scuole e nella cultura di massa. Gli stessi produttori Harry Tordjman e Anna Tordjman (My Box Production), raccontando di aver realizzato principalmente commedie, affermano ora: “Volevamo accendere i riflettori su un meraviglioso, vivace e brillante gruppo di giovani, ma mai avremmo pensato di rimanere tanto coinvolti dalla loro storie, o di affezionarci così tanto a loro al punto da poter dire oggi di essere usciti da questa esperienza profondamente cambiati.”. Con questo buon auspicio ci auguriamo di vedere sempre più questo tipo di esperienze sullo schermo e nella società, e che il miglior oratore dell’anno non sia il solito politico di turno ma un giovane ardente di conoscenza.

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