Serata di gala martedì 18 Settembre per l’inaugurazione della diciassettesima edizione del FondiFilmFestival alla sala Carlo Lizzani, sita nel prezioso plesso del palazzo Caetani a Fondi. Appuntamento dunque alle 16,30 con il film Piazza Garibaldi di Davide Ferrario. E proprio al regista Davide Ferrario, che sarà presente a Fondi la sera di sabato 22 Settembre, è dedicata quest’anno la retrospettiva dell’omaggio all’autore. Alle ore 21,00, poi, l’entrata in sala per dare il via al festival, che sarà dato dal direttore artistico Marco Grossi.
Il FondiFilmFestival, a Fondi, appunto dal 18 e fino al 23 settembre, è ormai un marchio assoluto della cultura pontina, un riconoscimento ufficiale per la cittadina, un “brand” radicato anche nel contesto della cultura cinematografica nazionale. Negli anni poi la manifestazione di Fondi, nata nel nome di Giuseppe De Santis, è diventata qualcosa di cui nessuno, in zona pontina, vuole più farne a meno.
Dice Marco Grossi, direttore artistico del Fondi: “Siamo alla diciassettesima edizione del FondiFilmFestival. Un bel traguardo, inutile negarlo, viste soprattutto le condizioni in cui spesso ci siamo mossi, decisamente critiche. Ma con tenacia, e anche con quel pizzico di sana follia, siamo sempre andati avanti. E questo lo dobbiamo al nostro pubblico, una presenza che cresce di anno in anno“.
A noi piace aggiungere che tutte le grandi star nazionali a Fondi vengono volentieri quando a invitarle è l’Associazione De Santis. Sono state parecchi, nel tempo, i personaggi importanti che hanno affrontato la pontina per non mancare l’evento. Al festival, infatti, non sono obbligati a promuovere un proprio film, arrivano per conoscere gente nuova, appassionata, veri cinefili. Vengono per loro, per trasmettere il proprio orgoglio di appartenere al progetto desantisiano. Il merito di un successo di questo tipo va agli organizzatori, in primis Marco Grossi e Virginio Palazzo, che puntano sempre più in alto: audiance ampio e non di nicchia. E questo non significa affatto che il Fondi stia diventando un festival populista o solo per palati facili. A Fondi le cose belle, interessanti sono ovunque, sparse nelle diverse sezioni, lontane dalle manie dei riflettori e dei red carpet, sono assoli perfetti per gratificare il piacere della scoperta e del controcorrente che caratterizza poi ogni vero appassionato di cinema.
Il Fondi è voglia di scoperte continue. Quest’anno poi il proscenio spetterà ai registi Fiorella Infascelli, affiancata dal produttore Angelo Barbagallo, a Gianni Amelio, Daniele Ciprì, Davide Ferrario. Atteso poi lo sceneggiatore Massimo Gaudioso, chiamato proprio a fare luce sul rapporto e sul confronto, sempre difficile e sempre importante, che si instaura tra il regista e lo sceneggiatore durante il processo di lavorazione di un film. La sezione del paesaggio audiovisivo pontino vedrà sfilare i filmaker di Sabaudia Paolo Onorati e Simone Paoli con il loro E domani? e Patrizia Santangeli, che porterà a dibattito il suo documentario Monte Inferno, parabola girata con il senso proprio della poesia, che poi è uno stile tutto della Santangeli, sui guasti e sulle brutture che la discarica di Borgo Montello continua a produrre sul territorio. Il regista Gianfranco Pannone porterà un suo contributo sul movimento culturale del neorealismo, che nel panorama cinematografico ha visto proprio il regista di Fondi, Giuseppe De Santis, tra i padri spirituali del movimento e nel FondiFilm Festival, come nella associazione che poi lo ha ideato, un motivo perenne di testimonianza, tanto da avallare, per anni, la costruzione di un museo che presto diventerà realtà. Infine il Dolly d’oro Giuseppe De Santis (prezioso trofeo riconosciuto alle giovani leve autoriali del cinema italiano) che quest’anno andrà ai fratelli D’Innocenzo, Damiano e Fabio, per il loro primo film La terra dell’abbastanza, già applaudito nel corso dell’ultima Berlinale. I fratelli D’Innocenzo vanno ad allungare la lista dei precedenti autori che si sono aggiudicati negli anni la preziosa statuetta: tra i tanti che hanno alzato il trofeo Giuseppe De Santis nel proscenio del Fondi, anche un giovane Paolo Sorrentino (era al suo secondo film); hanno ritirato dopo il dolly, tra gli altri, autori quali Vincenzo Marra, Susanna Nicchiarelli, Alice Rohrwacher, Claudio Giovannesi, Sidney Sibilia, Laura Bispuri.
Ed oggi, insomma, cosa significa, dopo diciassette edizioni, il FondiFilmFestival, quale la sua radicalità nel percorso che la sta rendendo ormai di statura decisamente nazionale? Noi abbiamo puntualizzato una serie di motivi, e li esplichiamo: uno fra tutti è che finalmente la parola cultura e la parola cinema restano al Fondi cifra integrante una dell’altra. Dopo: che il cinema non è solamente un’industria fredda, un market che deve produrre esclusivamente i profitti. Poi dal Fondi esce sempre più consolidata un’idea: se esiste un’arte che rappresenta in pieno il ventesimo secolo, questa è proprio il cinema. Anche: che tra le arti visive popolari il cinema continua ad essere ancora uno dei mezzi più profondi di conoscenza. E tutto questo, per la sua radice culturale, non ci pare poco.