Room, un film del 2015 diretto da Lenny Abrahamson, con protagonisti Brie Larson e Jacob Tremblay. La pellicola è l’adattamento cinematografico del romanzo del 2010 Stanza, letto, armadio, specchio (Room) scritto da Emma Donoghue, scrittrice che ha partecipato al film in qualità di sceneggiatrice e produttrice. Il romanzo stesso è ispirato ad una storia vera, il caso Fritzl, un episodio di cronaca nera avvenuto nella cittadina austriaca di Amstetten. Il film è stato candidato a quattro premi Oscar, tra cui quello al miglior film, aggiudicandosene uno per la miglior attrice protagonista a Brie Larson.
Sinossi
Una storia dei nostri giorni che racconta l’amore sconfinato tra madre e figlio. Il piccolo Jack non sa nulla del mondo ad eccezione della camera singola in cui è nato e cresciuto.
Dopo Frank, Room di Lenny Abrahamson si rivela un ottimo esempio di cinema equilibrato, intelligente (non sfacciatamente furbo, ma rispettoso e quadrato), ben dosato, senza eccesso alcuno, che fa dell’interpretazione dei due attori protagonisti un fulcro emotivo notevole, giustamente meritorio di riconoscimenti. C’è la capacità, nella scrittura dell’opera e nella direzione d’insieme, di risultare fortemente drammatici, pur non calcando la mano su situazioni delicate e difficili da affrontare, commovente pur non facendo leva su meccanismi strappalacrime, avvincente pur evitando i topoi del thriller, attuale e moderno (clamorosa la sequenza dell’assalto mediatico e dell’intervista), pur non cedendo al cronachistico e televisivo. La sostanziale riduzione del fascino del male, con l’aguzzino violentatore di turno, uomo medio sgradevole e banale, finalmente non spettacolarizzato, è un’intuizione funzionale ed elegante. Scommessa vinta per due ore appassionanti, ricche di richiami allo spirito di sopravvivenza di ognuno di noi, alla forza e all’ingegno del singolo, al coraggio delle scelte, alla speranza nel futuro, al senso di responsabilità degli adulti, alle dinamiche dei legami famigliari, al mondo in cui viviamo, spesso colmo di mostruosità aberranti e assieme di slanci d’umanità magnifica e clamorosa. Il volto e gli occhi di Brie Larson e, soprattutto, di Jacob Trembaly bucano lo schermo. A supportarli efficacemente, una serie di personaggi secondari degni di nota: nonni, poliziotti, medici, animali veri e immaginari. Viaggio fantasioso nelle meraviglie dell’infanzia e profondo ritratto di una situazione che poggia sull’asse dicotomico prigionia/libertà, Room conta sulla direzione della fotografia di Danny Cohen, sulle scenografie di Ethan Tobman, sui costumi di Lea Carlson e sulle musiche di Stephen Rennicks. Oscar meritatissimo a Brie Larson per la sua intensissima intepretazione.