Non riuscendo a dormire da un anno, Trevor Reznik (Christian Bale) si trova ridotto ad uno stato spettrale, tanto che viene evitato dai compagni di lavoro soprattutto dopo essere stato ritenuto da loro responsabile di un incidente quasi mortale ai danni di un collega. Sentendosi terribilmente in colpa per l’accaduto, Trevor inizia a sviluppare un senso di paranoia sempre più acuta, arrivando a convincersi che i suoi colleghi stiano organizzando un complotto per farlo diventare pazzo.
Sceneggiato dallo Scott Kosar autore degli script dei remake di Non aprite quella porta (2003) e Amityville horror (2005), The machinist (come s’intitola in patria il film) pone al suo centro la tematica del senso di colpa, tanto cara al grande maestro della tensione Alfred Hitchcock.
Non a caso, insieme ai modelli letterari di Kafka e Dostoievsky, sono state proprio le opere dell’autore de Gli uccelli (1963) ad ispirare il regista Brad Anderson, il quale, come già fece nel precedente Session 9 (2001), scava ancora una volta nella follìa umana facendo ricorso a lenti ma efficaci ritmi di narrazione.
La realtà, quindi, ci viene proposta come una sorta di grande tunnel dell’orrore mentale in cui viene esaltata la solitudine del protagonista, tutt’altro che distante dai primi catatonici morti viventi cinematografici alla Ho camminato con uno zombie (1943), rientrante anch’esso tra le pellicole che hanno influenzato la lavorazione del film, come pure i lavori di Roman Polanski e David Lynch.
Ma, affiancato da Jennifer Jason Leigh (In the cut), Aitana Sánchez Gijón (Parlami d’amore) e John Sharian (I delitti della luna piena), è un incredibilmente dimagrito e pallido Bale a fare da punto di forza dell’operazione, immersa nella crepuscolare atmosfera livida enfatizzata dalla bella fotografia di Xavi Giménez (Killing words-Parole assassine) e culminante in un epilogo a sorpresa che soltanto i seguaci irriducibili del filone potranno trovare in parte prevedibile.
Con trailer, dietro le quinte, immagini dal set e dodici minuti di scene inedite nella sezione riservata ai contenuti speciali.
Francesco Lomuscio