I produttori Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, in arte Fabio&Fabio, insieme allo sceneggiatore Marco Sani e al regista Jacopo Rondinelli, sono le menti creative dietro la realizzazione di Ride, un film senza precedenti nella cinematografia italiana. Proprio per la sua unicità, Ride è un film che trova una più diretta familiarità non nel cinema, ma nel videomaking, o per meglio dire, nei video di ripresa sportiva realizzati con le GoPro: Action-cam attaccate direttamente al corpo dell’atleta con cui registrare qualsiasi tipo di impresa; genere di video diventati molto popolari su internet, grazie alla grande diffusione e alla facilità di utilizzo di questi mezzi e alla libertà di produzione e montaggio che permettono.
Ma i creatori di Ride non si sono limitati a portare al cinema questo tipo di ripresa video, al contrario, hanno ampliato le sue potenzialità all’ennesima potenza. Da una sola GoPro passano a una media di 20 Action-cam per scena; alle numerose e divertenti scene acrobatiche aggiungono una post-produzione che arricchisce ancora di più l’aspetto visivo e tecnico di tutto il film; scrivono e dirigono una storia capace di svilupparsi in qualcosa di molto più grande (che non si riduce ai confini della sala cinematografica), capace di intrattenere lo spettatore e di trascinarlo attivamente all’interno della storia. A livello visivo il film non sbaglia mai: nonostante l’impresa non fosse mai stata tentata prima, il lungometraggio mostra, anche ai meno esperti, una solida base tecnica. Ma non solo, con questo lungometraggio gli autori spingono l’intera cinematografia italiana in avanti, donando ai posteri un’eredità, sia a livello produttivo che registico, che probabilmente vedrà i suoi frutti quando un’idea di cinema come quella di Ride non sarà più un’eccezione per la produzione filmica italiana.
Il progetto nasce con l’idea di realizzare qualcosa di unico, sia a livello di produzione che di realizzazione. La sceneggiatura stessa, scritta da Fabio&Fabio insieme a Marco Sani, si piega alle necessità di dover utilizzare unicamente GoPro. Utilizzando il genere del found footage, le scene del film vengono mostrate attraverso le numerose action-cam che circondano la scena, ma anche con le videocamere di sicurezza, droni e schermi. Un genere che non lega la storia a un narratore, a cui si aggiungono il thriller, il mystery e perfino atmosfere horror nella seconda metà del film. Gli autori non si risparmiano e in questo coacervo di idee e creatività – che attinge a piene mani nel mondo del videogioco e della nostalgia anni ’80 – trovano la loro cifra stilistica.