Ladykillers, un film del 2004 diretto dai fratelli Coen, remake della commedia La signora omicidi del 1955 diretta da Alexander Mackendrick. Presentato in concorso al 57º Festival di Cannes, è valso a Irma P. Hall il Premio della giuria. Con Tom Hanks, Irma P. Hall, Marlon Wayans, J.K. Simmons, Tzi Ma, Ryan Hurst.
Sinossi
Il professor G.H. Dorr mette insieme un manipolo di delinquenti per rapinare un casinò. Per arrivare al caveau, i malviventi affittano la cantina della vecchia signora Munson spacciandosi per musicisti bisognosi di un posto per provare. La donna scopre però il loro piano: l’unica soluzione è ucciderla, ma l’impresa si rivela più difficile del previsto.
Ai più appassionati di cinema è ormai risaputo che trovare nei tanto in voga remake un film agli stessi livelli dell’originale, o che per lo meno risulti apprezzabile, sia un’ardua impresa, ma i Coen sono i Coen. Pleonastico, ma non si può contraddire il fatto che qualunque cosa essi tocchino diventi un gioiello o un’opera molto gradevole (come avviene in questo caso). Non siamo ai livelli di Fargo o Il Grande Lebowski, ma di un film senza pretese, lodevole da chiunque, cinefilo e non. Ci immergiamo dunque negli elementi tipici dei due registi, così riconoscibili da far scappare un sorriso a qualsiasi loro accanito fan, che si ritrova l’ennesima volta in un film dalle tinte già tanto adorate. La macchina da presa si muove con frenesia, ma con un’elevata dose di maestria, divertendo e riprendendo luoghi dai colori accesi e aure sarcastiche che vanno a contrapporsi a quelli più machiavellici, avvolti nell’oscurità del peccato (il ponte della morte, lo scantinato). L’atmosfera da black comedy che si respira per tutta durata di Ladykillers è adorabile e mai invadente, aiutata da un perfetto amalgamarsi della tecnica registica e della sceneggiatura: i dialoghi irriverenti e trascinanti, difatti, riescono a strappare più volte una risata. Per concludere la perfezione degli aspetti tecnici basti pensare alla colonna sonora, che accompagna perfettamente tutte le scene, leggere, divertenti, rivisitate per conferirgli un maggiore spessore con un finale musicale “vivo”. E un montaggio forsennato, che già all’inizio, con la presentazione dei personaggi, conquista e tiene incollati allo schermo. Personaggi che nuovamente rispettano tutti gli stilemi dei Coen. Nevrotici, estremamente scurrili o forbiti a seconda dei casi, divertenti nel loro essere subdoli. Basti pensare a solo al ladro gentiluomo Tom Hanks/G.H. Dorr, la credente devota Irma P. Hall/Marva Munson, il saccente inetto J.K. Simmons/Garth Pancake e il silenzioso e minaccioso Tzi Ma/Generale. Tutti ottimi, tratteggiati e caratterizzati a meraviglia: amarne uno solo è impossibile. Ladykillers è ricco di riferimenti all’opera di Edgar Allan Poe, alcuni evidenti, come la poesia A Elena e Il Corvo, altri meno, tra questi, il personaggio, dal ruolo tutt’altro che trascurabile, del gatto: a differenza di quello del racconto del romanziere statunitense, però, non è nero, ma il riferimento è evidente se si considerano gli elementi dello scavo in cantina e del progetto di murarvi la affittacamere. Un altro noto riferimento è il fatto che il professor Goldthwaite Hagginson Dorr trova la sua fine per via proprio di un corvo appollaiato su un busto di pietra sopra il ponte, come nella nota poesia di Poe.