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Film da Vedere

L’inferno di cristallo. Cosa sapere sul film di John Guillermin

L'inferno di cristallo è stato una pietra miliare del genere catastrofico. Cast con tutte stelle, grossissimo impegno produttivo, effetti, per l'epoca, altamente spettacolari e suspense mozzafiato sono gli ingredienti di uno spettacolo ancora oggi avvincente

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L’inferno di cristallo (The Towering Inferno) è un film catastrofico del 1974 diretto da John Guillermin e Irwin Allen, tratto dai romanzi La torre di Richard M. Stern e l’omonimo L’inferno di cristallo di Thomas N. Scortia e Frank M. Robinson.
Tipica produzione colossal ad alto budget, il cast annoverava, oltre ai protagonisti, anche grandi attori del passato come Fred Astaire, Jennifer Jones e William Holden in ruoli di supporto. Il film è stato una pietra miliare del genere catastrofico, tornato recentemente di moda. Cast con tutte stelle, grossissimo impegno produttivo, effetti, per l’epoca, altamente spettacolari, suspense mozzafiato sono gli ingredienti di uno spettacolo, magari scontato, ma ancora oggi avvincente.
Con Steve McQueen, Paul Newman, Faye Dunaway e Robert Vaughn. Il film ha ottenuto 8 candidature e vinto 3 Premi Oscar, 4 candidature e vinto un premio ai Golden Globes.
L'inferno di cristallo - TaxiDrivers

Una scena del film

Sinossi

A San Francisco è stato costruito un grattacielo: una torre di cristallo alta 138 piani. Nel salone panoramico, all’ultimo piano dell’edificio, si svolge la festa di inaugurazione, ma un corto circuito, avvenuto per i risparmi fatti dal costruttore sui materiali utilizzati, scatena un vero e proprio inferno.

Il commento di Taxi Drivers

Se L’inferno di cristallo non avesse tenuto alta la tensione sarebbe stato un fallimento cosmico, come un fallimento è il grattacielo di centotrentotto piano che è il reale protagonista della catastrofica vicenda: non solo con la varia umanità di gente in preda al panico o valorosamente eroica (il film è anche un omaggio ai vigili del fuoco) che lo popola, ma anche con i meccanismi capziosi e i labirinti infernali di cui è fatto questo mostro d’ingegneria.

Un ottimo lavoro da vecchia Hollywood che sa fare il cinema come Cristo comanda, con grande dispiegamento di mezzi (costi vertiginosi che oggi fanno ridere i polli) e un’oculata accumulazione, eseguita con estrema nonchalance, di una dilagante dose d’ansia, commozione quanto basta e ritmo forsennato.

Ogni volta che si crede di aver visto di tutto (l’incredibile Jennifer Jones che scende miracolosamente da un traliccio sospeso nel vuoto, tanto per fare un esempio – di donne così se n’è perso lo stampo) ecco che una sfortunata assurdità (ma attendibilissima) mostra il proprio lato scatenato: e vai con gli elicotteri che saltano in aria, il cemento che blocca le porte di servizio e gli ascensori trasportati con un gancio.

Nel nostro cuore i due eroi senza macchia e senza paura impersonati da Paul Newman (perfetto sotto ogni aspetto) e Steve McQueen (fenomenale), ma un posto se lo meritano di diritto anche l’orgoglioso e tormentato costruttore di William Holden (applausi quando finalmente scaraventa un pugno all’odioso genero Padre Ralph Chamberlaine) e le due vecchie glorie in campo, il ritrovato e misterioso quanto delicato Fred Astaire (che fa singhiozzare quando accenna ad un passo di danza) e la rediviva e malinconica Jones, che dà il suo addio alle scene nel modo più triste possibile.

L’inferno di cristallo si inserisce nel prolifico filone dei film catastrofici, inaugurato da Airport nel 1970, genere destinato ad esaurirsi nel giro di un decennio per poi tornare preponderante ai giorni nostri. La formula è semplice e rispetta pienamente le regole: cast stellare, grandi effetti speciali e storia ansiogena che coinvolge un nutrito gruppo di personaggi.

L’idea è del produttore e regista Irwin Allen, che si assume la responsabilità di girare le sequenze di azione lasciando a John Guillermin la regia delle parti recitate. La sceneggiatura viene affidata al veterano Stirling Silliphant, che amalgama bene i due romanzi The Tower e The Glass Inferno.

Il risultato è eccellente, e rappresenta molto probabilmente, ancora oggi, il miglior esempio di questo spettacolare genere. Allen e Guillermin coniugano benissimo la tensione con l’approfondimento psicologico e la coralità del racconto, ricorrendo spesso alle sottotrame tipiche del melodramma.

  • Anno: 1974
  • Durata: 165'
  • Genere: Catastrofico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: John Guillermin

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