Lo spettacolo inizia. Scena buia e la luce di un faro. Un gruppo di donne e all’improvviso un rumore. Emanuela Ponzano racconta, attraverso la musica e le immagini che giocano un ruolo fondamentale in Narikontho – Voci oltre i confini, storie di donne diverse tra loro per etnia, colore e provenienza, ma con lo stesso ideale e desiderio di libertà. Elemento scenico di forte impatto visivo e narrativo è il teatro d’ombra curato da Virginie Ransart, grazie a cui viene rappresentata la sagoma di una serratura che immerge lo spettatore in un mondo fiabesco dove gli abitanti sono sirene e personaggi onirici e poi, ancora, il mondo incantato che non esiste sulle note de Lo Schiaccianoci – Danza della fata confetto. Da Tchaikovsky a Daydreaming dei Radiohead, dai ritmi serrati alle particolarità sonore del violino, le attrici, che incarnano perfettamente le donne protagoniste del tempo passato, presente e futuro, esprimono la loro volontà di ribellione tramite danze africane, danze indiane, come il Bharatanatyam, e movimenti ben strutturati del corpo. La figura della matrigna di Cenerentola è un evidente richiamo all’abuso di potere e all’indifferenza sui diritti umani che assale questo momento storico e sociale: “Devi lavorare per me”. A questa scena segue immediatamente la scena della danza del fuoco che segna un momento di protesta: al rogo la violenza, al rogo la discriminazione, al rogo la guerra.
“Io non posso ridere, io non posso piangere, non posso neanche pensare. Hanno deciso tutto loro.”
“Io sono tuo marito. Non ti permettere di parlarmi un’altra volta così ancora!”
Queste, alcune delle battute dello spettacolo, che non sono però solo battute di una drammaturgia teatrale, ma racconti e testimonianze dirette di donne che vivono ancora oggi vite che, più che di un immaginario onirico, fanno parte di una realtà immorale. E allora, ecco che torna quella luce nel buio con cui si è aperto lo spettacolo, un faro di speranza, per loro, per noi tutte e tutti.
“Cammino e canto la rabbia che mi fa.”
Applausi sulla canzone People have the power di Patty Smith, mentre sullo schermo passano le immagini di donne che hanno fatto la storia: tra loro, per prima Marielle Franco, politica, sociologa e attivista brasiliana assassinata la sera del 14 marzo 2018; e poi, Giovanna D’Arco, Anna Frank, Franca Rame, Virgina Woolf, Frida Khalo, Lucy Stone, Betty Friedan, Rosa Parks, Angela Davis, Simone Veil, Louise Bourgeois, Alda Merini, Alice Guy e altre donne che hanno vinto.
Drammaturgia e Regia Emanuela Ponzano
Musiche a cura di Davide Mastrogiovanni
Teatro d’ombra Virginie Ransart
Assistente alla regia Viviana Di Bert
Costruzione scene Claudio Petrucci
Costumi e oggetti di scena Maria Stella Moschini
Movimento scenico Daniela De Angelis e Sushmita Sultana
Musica dal vivo Daniela De Angelis e Antonia Harper
Coordinamenti interni Asinitas, Beths Ampuero, Daria Mariotti, Alessandra Smerilli
Scrittura scenica e organizzazione Cecilia Bartoli
Disegno luci Andrea Gallo
Fonica Franco Pietropaoli
Comunicazione Elena Canestrari
PRODUZIONE ASINITAS ONLUS – TEATRO VASCELLO MIGRARTI 2018
Con il supporto della compagnia KAOS per scenografia ed artisti
Teatro India 23-24 Giugno / Teatro Vascello 4-5 luglio 2018
Interpreti Mona Mohamed Abo Khatwa, Sanjida Akther, Sushmita Sultana, Adenike Ajibola, Cynthia Enotoe, Israt Jahan, Tania Akther, Rezeki Junielsy, Maria Luisa Usai, Elena Fioretti, Rossella Pazienza, Laura Ciavardini, Federeica Mezza, Daria Mariotti, Marinella Ottier, Livia Luberto, Ilaria Minio Paluello, Almaz Raffaele, Fatima Edith Maiga, Antonia Harper, Daniela De Angelis, Rosanna Gullà, Behts Ampuero Valera.
Vanina Visca