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Film da Vedere

“Rocky”. Il capostipite di una delle saghe cinematografiche più celebri

Negli Stati Uniti dell'"American dream" tutto è possibile. Una mitologia alimentata da tanto cinema a stelle e strisce. La parabola di Rocky Balboa incarna esemplarmente il sogno di potersi affrancare da una vita dura e ingiusta per afferrare a braccia tese quella felicità sempre negata

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Rocky è un film del 1976 diretto da John G. Avildsen. Sylvester Stallone, allora attore poco conosciuto, ha scritto ed interpretato questo film, grazie al quale è divenuto uno dei volti più amati di Hollywood. Il film vinse tre premi Oscar, tra cui quello per il miglior film e miglior regia. Grazie a Rocky, Stallone diviene il terzo uomo nella storia del cinema, dopo Charlie Chaplin e Orson Welles, a ricevere la nomination all’Oscar sia come sceneggiatore che come attore per lo stesso film. Realizzato in appena 28 giorni con un budget di 1,1 milioni di dollari ne incassò al botteghino 225, diventando un successo di pubblico e di critica e dando vita a cinque seguiti: Rocky II, Rocky III, Rocky IV, Rocky V, Rocky Balboa e due spin-off, Creed – Nato per combattere, nel 2015, e Creed II (2018).

Sinossi
Rocky Balboa è un pugile di mezza tacca, che tira a campare nei bassifondi di Philadelphia, tra incontri di poco conto e il suo lavoro di esattore di crediti per uno strozzino. Rocky ama, riamato, la giovane Adriana e questo, al momento, è il più grande colpo di fortuna della sua vita. Il secondo arriva nel momento in cui il celebre campione Apollo Creed, rimasto senza sfidante, decide di dare una chance proprio a Rocky.

Il 24 marzo 1975, Stallone assiste all’incontro di boxe tra il campione del mondo in carica, Muhammad Ali, e un pugile semisconosciuto, Chuck Wepner, organizzato dal manager Don King. L’incontro, sebbene alla fine vinto dal campione, è rimasto famoso nella storia pugilistica per aver visto Ali più volte in seria difficoltà, addirittura al tappeto durante la nona ripresa. Wepner riuscì a resistere fino al K.O. subito durante la quindicesima ed ultima ripresa. Stallone, colpito dalla resistenza di Wepner, ha un’ispirazione e in tre giorni scrive una prima stesura della sceneggiatura di circa 90 pagine che rappresentava, a detta sempre dello stesso Stallone, circa il 10% della sceneggiatura definitiva. Stallone rende il protagonista, ovvero Rocky, un personaggio cupo, un antieroe che era a quel tempo quello preferito del momento. Dopo essersi consultato con la sua prima moglie, Stallone preferì modificare il personaggio rendendolo meno sgradevole, grezzo e impenitente. Durante un provino con i produttori Irwin Winkler e Robert Chartoff, Stallone rivela di essere, oltre che attore, anche uno sceneggiatore e riesce a convincere i produttori a dare uno sguardo alle sue sceneggiature. I produttori rimangono subito colpiti da Rocky e propongono a Stallone un’offerta notevole e una crescente somma di denaro (360.000 dollari). Alla sua uscita nella sale americane, il film ottenne un grande successo, incassando 225 milioni di dollari nel mondo (di cui oltre 117 milioni negli Usa) contro un budget di soli 1,1 milioni. Risulta il film di maggiore incasso al botteghino negli Stati Uniti del 1976. Nel giro di pochissimi mesi si rivela un successo di pubblico e critica, con tre Oscar vinti (miglior film, miglior regia e miglior montaggio) e ben sei nomination (durante la premiazione per il miglior film Jack Nicholson annuncia i vincitori e i produttori Irwin Winkler e Robert Chartoff si avviano verso i due Oscar, accompagnati dall’attore Sylvester Stallone, sotto la colonna sonora di Bill Conti), tra cui quelle per Stallone come miglior attore protagonista e miglior sceneggiatura, diventando la terza persona al mondo, dopo Chaplin e Orson Welles, ad avere queste due candidature nello stesso anno; inoltre vince il David di Donatello come miglior attore straniero. Nel 1977 il film ottiene ben 3 statuette, competendo con Taxi Driver, Quinto potere, Tutti gli uomini del presidente e Questa terra è la mia terra . Oltre al premio per il miglior film, Rocky si aggiudica l’Oscar per la miglior regia e per il miglior montaggio. Il doppiaggio del film è stato diretto da Gigi Proietti, che ha anche prestato la voce a Sylvester Stallone. In seguito sarà invece Ferruccio Amendola a diventare il suo doppiatore abituale. I dialoghi sono stati adattati da Alberto Piferi. Inoltre, alcuni nomi sono stati cambiati: il nome originale di Adriana è “Adrian”, il nome di Gazzo è stato cambiato in “Gasco”, le tartarughe “Cuff” e “Link” cambiate in “Tarta” e “Ruga” e infine il cane “Birillo” che si chiamava nella versione originale, e nella realtà, Butkus.

  • Anno: 1976
  • Durata: 119'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: USA
  • Regia: John G. Avildsen