È calato il sipario anche quest’anno sul festival della commedia di Sabaudia. Come sempre i sette giorni della manifestazione sono andati via in una successione rapidissima, che ha condotto il pubblico direttamente da un senso di felicità iniziale a quello più decisamente triste della serata finale. Già dopo la fine dell’ultima proiezione, quest’anno è toccato al regista Gabriele Muccino e al suo A casa tutti bene, e prima ancora dell’atto materiale di spogliare l’atrio della piazza comunale dal grande schermo, e dal senso di arena cinematografica che in questi sette giorni aveva caratterizzato lo spazio, il senso di tristezza, appunto, ha serpeggiato immediato nei volti dei cittadini. Forse è il senso di comunità che si fa negazione, che in un paese, in fondo, come Sabaudia, che oltre, più in là, in senso mondano e culturale, non può davvero spingersi, a farsi avvertire ogni anno in maniera così prepotente quando comincia a calare il sipario sul motivo festivaliero. Certo rimangono altre serate, dedicate ai libri, al teatro, alla musica, ma quel senso forte di comunione, di espressione ludica, che si riceve nella settimana festivaliera del cinema, questo Sabaudia non riesce più ad avvertirlo. Sarà certamente il senso di familiarità allargata, che ha ormai acquisito negli anni la presenza delle star, anche con quella dei direttori artistici del Sabaudia, Simona Izzo e Ricky Tognazzi, proprio per le strade della cittadina, a rendere tutto questo avvertibile e vivibile. Tutto questo ora è finito, ma il sindaco della città, Giada Gervasi, in linea davvero con le nostre sensazioni, sul palco, nella serata di commiato, si è lasciata andare: “Vi dico già, da questa sera in cui salutiamo la quarta edizione, che anche il prossimo anno a Sabaudia ci sarà il cinema“.
La serata finale è andata avanti con la premiazione di Sabrina Impacciatore a cui è andato quest’anno il premio dedicato a Monica Scattini: “Grazie Ricky, grazie Simona, ringrazio anche tutta la giuria e la sua presidentessa Laura Delli Colli. Sono davvero molto emozionata “, dice subito Sabrina Impacciatore e qui Simona Izzo, nell’atto in qualche maniera di venire incontro alla commozione della Impacciatore, che davvero tendeva quasi a tramortirla, comincia a ricordare la brava Monica Scattini, a tesserne quelle che sono, meritatamente, le lodi. La Scattini, nel suo ultimo periodo di vita, aveva davvero intensificato le presenze in quasi tutte le commedie del giovane cinema italiano, prestando il suo volto e la sua passione in più di un carattere cinematografico, in più di un testo teatrale. Abbiamo un ricordo della Scattini, incontrata, e fu proprio un caso, qualche mese prima della sua morte a fontana di Trevi,e raggiunta mentre osservava rilassata, rapita, ancora rapita, i grandi artisti di fronte alle bellezze. Un saluto, poi qualche domanda. Potevamo anche essere di disturbo in un momento per lei, pensiamo solenne, anche privato in fondo, ma lei no, sempre con educazione, aveva pure risposto a qualche nostra domanda, qualche domanda che aveva assunto il valore di una intervista, fatta proprio brevimano. E ci aveva risposto davvero con piacere, e una delle domande in qualche maniera riguardava una sorta di bilancio: “Sono molto soddisfatta certo delle cose fatte fin’ora, ma penso pure che non bisogna fermarsi mai. Il ruolo che veramente cerchi, e che ancora non sono riuscita veramente a trovare, potrebbe essere sempre dietro l’angolo. Bisogna essere capaci a coglierne, come dire, l’attimo, che è poi sempre quello che fugge“. E Sabrina Impacciatore mentre brandisce il suo premio contenta: “Aveva proprio una grande bellezza Monica. Ci siamo conosciute, ci siamo come dire annusate e in qualche maniera riconosciute, ma insieme non abbiamo mai lavorato. Monica era una donna che mangiava la vita, era molto passionale ed appassionata. Ogni volta che la vedevo mi lasciava sempre qualcosa. Sono veramente onorata per questo prezioso riconoscimento. Grazie Monica“. Poi Sabrina Impacciatore, incalzata dalla Izzo, ha modo di ricordare quella che è stata la partecipazione all’ultimo film di Muccino, quello che poi il pubblico si è apprestato a vedere, visto che è stato scelto per la chiusura della kermesse, e che ha visto la Impacciatore proprio alle prese con i più riconosciuti attori del momento, Massimo Ghini, Stefania Sandrelli, Pierfrancesco Favino, Sandra Milo, Stefano Accorsi, Giampaolo Morelli, Claudio Santamaria, Ivano Marescotti, Claudia Gerini, Valeria Solarino, Gianmarco Tognazzi, Carolina Crescentini, Giulia Micheini, Tea Falco, Elena Cucci: un film risolto veramente in una lotta davvero, metaforica certa, a darsi sempre di più, e meglio. La Impaccatore ha ricordato che quando Muccino l’ha cercata per il ruolo, dopo averla vista a teatro ed essere rimasto letteralmente di stucco per la bravura dell’ attrice, gli ha chiesto espressamente anche di partecipare alla stesura del copione, di scrivere insieme la sceneggiatura del film, che Muccino aveva bene in mente, ma che ancora su carta non aveva tracciato: questo era un lavoro che Sabrina Impacciatore non aveva mai fatto prima in maniera così deputata: “Mi sono sempre aggiustata i miei personaggi addosso, ma questo è un po’ il minimo chiesto da un attore, ma da qui a scrivere un intero film ce ne corre, e Muccino a ripetermi, perché io rimbalzavo un po’ la cosa, che si potevo davvero farcela, avevo insomma, secondo lui, i numeri, che si, diceva, ti ho visto in teatro e per la tua bravura quella notte non ho nemmeno dormito, sono rimasto sveglio tutta la notte a contemplare la tua interpretazione, tutte lusinghe di questo tipo ed alla fine mi sono convinta …”.
Sale sul palco intanto il presidente della giuria, il critico cinematografico Laura Delli Colli (chiediamo perdono al pubblico femminile, almeno quello che tiene alla perfezione linguistica, ma non riusciamo a coniugare al femminile la dicitura corrispondente di critico cinematografico, esiste?, ed è un po’ una figura magra in questa edizione del Sabaudia che è dedicato anche alle professionalità femminili nel cinema italiano….): “In fondo siamo i primi, qui da Sabaudia, e questo va ribadito, ad avere dato un valore istituzionale al genere della commedia italiana, un valore ufficiale, e questo, permettetemi, ci pare proprio un riconoscimento assolutamente dovuto, perché la commedia è stata ed é il cinema italiano, nel senso che la commedia italiana è stata ed é qualcosa di più della comicità, è stata ed è il cinema che in fondo ha raccontato e racconta quello che siamo, ha raccontato e racconta il nostro quotidiano, i difetti, i vizi, i vezzi, insomma nella commedia abbiamo trovato e troviamo ancora la nostra vita“. E noi ci ritroviamo in pieno in queste parole della Delli Colli, sono esattamente le nostre convinzioni, e noi le ribadiamo ancora una volta, e in questo momento esatto poi, che un altro pesante lutto ha colpito il cinema italiano. Insomma mentre si diceva addio, per quest’anno, alle giornate sabaudiane della commedia italiana, a Roma stava morendo uno dei figli nobili attuali del genere, Carlo Vanzina, ed è un dovere, in questo contesto, citare ancora una volta il suo nome, Carlo Vanzina. In qualche maniera Carlo Vanzina, coadiuvato da suo fratello Enrico, è stato il filo conduttore, il ponte di collegamento, il transito ufficiale tra le grandi commedie italiane degli anni cinquanta, sessanta, settanta, quella dei padri nobili insomma, con le migliori commedie italiane di oggi.
Le commedie che infine hanno lasciato la quarta edizione del Sabaudia da vincitori, nei loro vari settori, come ha ribadito la stessa Laura Delli Colli, dal palco insieme ai direttori artistici, Simona Izzo e Ricky Tognazzi, e con la conduttrice Olivia Tassara sono risultate, come da elenco alla mano sviscerato dalla stessa conduttrice: Come un gatto in tangenziale di Riccardo Milani, per la categoria miglior film votata dalla giuria tecnica e da quella degli spettatori, Finalmente sposi di Lello Arena, per la giuria dei social, Benedetta follia di Carlo Verdone, premio della giuria per le interpretazioni a Carlo Verdone e a Ilenia Pastorelli. Si è chiusa così, con tutti gli ospiti premiati saliti ad uno ad uno sul palco a ricevere ognuno la loro motivazione al premio. A questo punto siamo sicuri che la sensibilità del Sabaudia farà sì che già dal prossimo anno si potrà coniare un nuovo premio alla memoria, quella per ricordare, oltre Paolo Villaggio, Bud Spencer, Monica Scattini, anche l’ ultimo eroe scomparso (è forse un segnale?), proprio nei giorni della commedia, Carlo Vanzina, appunto.